Diciamo che è come una di quelle partite in cui alla fine c'è da salvare solo il risultato, mentre sul resto è meglio soprassedere. Il risultato, nello specifico, è l'aver portato a casa la cessione del 49 per cento di Gtt, l'azienda di trasporto pubblico. Operazione già tentata l'anno scorso e naufragata di fronte all'irrisoria offerta di Trenitalia: 70 milioni contro i 112 chiesti. Il Comune ci riprova, consapevole - come ha spiegato il sindaco durante il Consiglio comunale - che «si sono ridotte le risorse a disposizione dei comuni. Di qui la necessità di fare dismissioni per liberare risorse da destinare a investimenti e servizi». Questo - ovvero il via libera alla vendita, che avverrà tramite gara ristretta - è il risultato. Come ci si è arrivati è un'altra storia, ma vale la pena raccontarla viste le ultime settimane, tra fibrillazioni nella maggioranza e mobilitazioni dei dipendenti di Gtt. Il sindaco ha portato a casa il sì della Sala Rossa, soltanto grazie all'opposizione, in particolare a Federica Scanderebech, da mesi in avvicinamento al centrosinistra e ieri allineata a Pd, Moderati e Sel, tanto da beccarsi gli strali degli (ex colleghi) delle minoranze. Suo è stato il voto decisivo per far passare la delibera, e la sua presenza ha tenuto in piedi per tutta la seduta il numero legale. «Gli Scanderebech, dopo aver fatto perdere Bresso salvano Fassino», ironizzava sornione Giusi La Ganga, pensando a quando Deodato Scanderebech, padre di Federica, ribellandosi al patto Bresso-Udc, aveva fornito a Cota i voti decisivi per la Regione. L'aiutino è servito a Pd e soci per mascherare le crepe. E le assenze: mancavano il capogruppo di Sel Curto (all'estero) notoriamente perplesso, quello dei Moderati Moretti, che avrebbe voluto una cessione all'80 per cento, più altri sette consiglieri. Mancava anche - assenza non decisiva ai fini dei numeri, ma simbolicamente pesante - l'assessore ai Trasporti Claudio Lubatti, da sempre ostile alla vendita (come il collega di giunta Mangone) mentre l'assessore alle Partecipate Tedesco è rimasta incollata ai banchi della giunta per tutto il Consiglio. Logico che le opposizioni abbiano cavalcato la situazione. «Qualcuno non ha voluto metterci la faccia, e ciò dimostra che non c'è una vera maggioranza», dice Marrone di Fratelli d'Italia. E Bertola dei 5 Stelle: «Anche chi nella maggioranza diceva di voler salvare Gtt si è poi allineato». La gara per la vendita si aprirà soltanto dopo la cessione del ramo parcheggi, il cui primo round è appena finito male. I consiglieri, da parte loro, hanno fissato alcuni paletti, soprattutto sulla garanzia dei livelli occupazionali dei lavoratori di Gtt (clausola fortemente volta da Cassiani del Pd e Grimaldi di Sel). La protesta Il via libera della Sala Rossa La protesta Il via libera della Sala Rossa