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Pescara, 18/12/2025
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Data: 20/12/2013
Testata giornalistica: Il Centro
De Fanis, da scandalo a operetta. Contratto erotico con la segretaria? Lei smentisce. Lui: solo amore. La segretaria: per De Fanis ero un’idea fissa

Lucia Zingariello: non c’era un contratto per fare sesso con l’ assessore. La difesa di lui: fra di loro solo una storia d’amore

PESCARA «Quell’accordo sul sesso non esiste, è tutto falso, sono distrutta: se lui si è infatuato di me non è colpa mia, se lui era ossessionato da me, se aveva in mente una storia con me non è colpa mia. Era una vicenda univoca: da parte mia non c’è stato nulla, nessuna storia e non abbiamo consumato». Piange al telefono dalla sua casa di Guardiagrele, Lucia Zingariello, la segretaria che chiama “lui” l’antagonista Luigi De Fanis, l’ex assessore regionale alla Cultura per cui lavorava dall’ottobre 2012 prima che l’inchiesta per presunte tangenti nella cultura interrompesse non solo il rapporto tra i due – arrestati ai domiciliari il 12 novembre – ma portasse a galla, per l’accusa, presunte tangenti legate ai fondi culturali. «Non esiste nessun contratto sessuale, è la giornata più brutta per me perché ho una bambina. Su Facebook ho trovato 101 messaggi: alcuni di incoraggiamento e altri di insulti, parolacce», dice la donna all’obbligo di dimora dopo che Repubblica ha parlato dell’esistenza di un “contratto sessuale” tra i due: «Un contratto in cui la donna doveva stare insieme all’assessore in cambio di soldi, 36mila euro annui». Un putiferio rilanciato dalle televisioni nazionali, alimentato dalle reazioni dei politici, e smentito dagli attori principali della vicenda, sia dalle difese degli indagati che dall’accusa rappresentata dal pm Giuseppe Bellelli. «Nessun contratto in forma scritta è stato rinvenuto nel corso dell’indagine e tantomeno acquisito», scrive l’avvocato di Zingariello, Umberto Del Re, aggiungendo che «le risultanze sono confortate dalla smentita del sostituto procuratore Bellelli che ha smentito l’esistenza di un tale documento negli atti d’indagine al proprio esame». Zingariello e De Fanis restano legati dalle accuse dell’inchiesta, ovvero peculato, truffa e concussione, né sembrerebbe che dalle perquisizioni nelle case e nei luoghi frequentati dai due sarebbero emersi “contratti” del genere ma al massimo – sempre al di fuori degli atti – un foglietto riconducibile a un bigliettino affettuoso tra i due. L’inchiesta, così, non solo sta scivolando dal terreno penale a quello privato ma sta incappando anche in fascicoli bis, come quello aperto dalla procura per fuga di notizie. E De Fanis? L’ex assessore regionale è ancora agli arresti nella sua casa di Montazzoli e, a parlare per lui, è il suo legale Domenico Frattura: «Non c'è nessun meretricio ma il segreto di Pulcinella: tra i due c’era una relazione amorosa, con normali confidenze e atti scherzosi. De Fanis», ha proseguito il legale, «mi ha detto che il “contratto” è una cosa completamente infondata, non è accettabile questa denigrazione. Stiamo valutando se presentare un esposto». La questione, intanto, è arrivata a Roma e ha dato il via alla riflessione politica della senatrice Stefania Pezzopane. «Questa sconcertante, drammatica e vergognosa vicenda del presunto contratto con cui De Fanis avrebbe vincolato la sua segretaria a prestazioni sessuali», dice Pezzopane, «getta un’ulteriore ombra oscura su una giunta regionale da rispedire a casa con le elezioni e che si è invece autoprorogata oltre ogni limite, fino alle consultazioni europee. Da donna», prosegue la senatrice, «aggiungo che un ricatto sessuale di questa natura, se confermato, lascia senza parole, per la sua volgare gravità».

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