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Pescara, 18/12/2025
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Data: 20/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Farai sesso con me per soldi» il contratto De Fanis-Zingariello. Nuovo capitolo dopo le accuse di truffa e concussione

PESCARA Per vero o per scherzo, per un gioco bizzarro tra amanti o reale prevaricazione, la storia torbida dell’assessore regionale De Fanis, agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa, concussione e peculato, acquisisce un nuovo capitolo. A scriverlo, di pugno, è lo stesso esponente del Pdl finito nella bufera due mesi fa perchè, secondo la Procura di Pescara, obbligava gli imprenditori che chiedevano contributi pubblici a versargli la mazzetta. Cosa ha scritto De Fanis? Un impegno con il quale vincolava la sua segretaria personale a fare sesso con lui una volta a settimana in cambio di 36 mila euro annui. Il documento non aggiunge elementi ai fini dell’inchiesta (dove la segretaria divide con l’assessore le stesse ipotesi di reato), ma aggiunge un ulteriore velo di squallore alla vicenda. La procura di Pescara smentisce che agli atti del procedimento dell’inchiesta Vate esista il famoso contratto. E’ vero.
A tirar fuori la vicenda è stata la stessa Zingariello che qualche giorno fa ha chiesto al pm Bellelli di essere interrogata nuovamente: «L'assessore era ossessionato da me, mi ha costretto a firmarlo ed io non ho potuto rifiutare». Ma l'interrogatorio bis, che peraltro non è stato ancora sbobinato, non avrebbe portato nessun elemento aggiuntivo utile alle indagini. Sarebbe stata soltanto l'occasione, per la segretaria, di tirar fuori questa sorta di patto a due, indubbiamente singolare e deprecabile dal punto di vista morale, ma insignificante per le indagini come ha sottolineato lo stesso magistrato.
Il rapporto a due sancito da una sorta di scrittura privata non appassiona la Procura ma fa impazzire gli appassionati della letteratura di genere e fa imbestialire i legali dell’una e dell’altra parte. Il difensore della Zingariello, Umberto Del Re minaccia querele a raffica per vilipendio e dichiara che «nell'acquisizione documentale messa a disposizione della difesa non è emersa l'esistenza di questo contratto».
Smentita anche dall’altra sponda: «Non so di cosa parliamo. E' una assurdità. Non ho memoria di aver scritto quel contratto» dice De Fanis, per voce di uno dei suoi legali Massimo Cirulli, che a sua volta ha aggiunto: «Sulla base dei documenti che io ho, non risulta l'esistenza di questo contratto, così come non risulta che in sede di perquisizione sia stato trovato. Se domani venisse eventualmente fuori non può che essere una sorta di scherzo tra due persone che avevano un certo rapporto. Nessuno, dotato di medie facoltà mentali, potrebbe pensare ad una cosa del genere». E il collega Frattura integra: «C’era un relazione amorosa sì, non un accordo. Messa così non è vera». La carta è venuta fuori nel corso delle perquisizioni effettuate dalla squadra di polizia giudiziaria del Corpo Forestale a casa della Zingariello: era in mille pezzi. Gli agenti lo hanno ricostruito ma non è entrato agli atti. Quello che invece è al momento cristallizzato nelle carte del fascicolo è il rapporto di complicità tra segretaria e assessore, che chiedevano soldi ai piccoli imprenditori della cultura per avere contributi dalla Regione per eventi e manifestazioni. Rapporto che la Zingariello avrebbe smentito nel corso del primo interrogatorio voluto dalla sua difesa, servito più che altro a prendere le distanze dall'esponente politico.

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