Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.314



Data: 20/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia-Etihad, il matrimonio è al decollo. Lupi: viene confermata la strategicità dell’Italia e del nostro trasporto aereo

ROMA Il dado è tratto. Etihad e Alitalia convoleranno a nozze. Forse già entro l’anno visto che nelle ultime ore c’è stata una accelerazione improvvisa. Tuttavia la chiusura dell’operazione potrebbe slittare all’inizio del 2014. A Palazzo Chigi sono comunque ottimisti e contano di archiviare in fretta il dossier. Insomma, la direzione di marcia è tracciata. Tant’è che la compagnia del Golfo, solitamente riservata, ieri ha confermato che adesso la trattativa è a oltranza.
L’obiettivo degli arabi è rilevare il 49% con un investimento di 300-350 milioni, attraverso un aumento di capitale riservato. «Di certo il matrimonio con Etihad - spiega un azionista di Cai - darà un forte impulso al piano industriale da 300 milioni, sviluppando importanti sinergie sulle rotte, l’acquisto degli aerei, le strategie di penetrazione commerciale». Impossibile immaginare un valore, anche se i tecnici di Alitalia, pur avendo i dati sui vantaggi potenziali, per scaramanzia non li forniscono.
GOVERNO SODDISFATTO

Chi invece esce lo scoperto dopo averci messo la faccia è il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. «Non posso che esprimere soddisfazione per la formalizzazione dell'interesse di Etihad. Un segnale importante che dimostra che la strada intrapresa dal governo due mesi fa per salvaguardare la strategicità del trasporto aereo per il nostro Paese e della sua compagnia storica fosse quella giusta». Un interesse vero - ha sottolineato ancora - che conferma la strategicità del nostro Paese, dell'hub di Roma e del vettore Alitalia.
Proprio Lupi ha lavorato sodo per evitare il fallimento di Alitalia, convincere i riottosi soci privati a investire ancora e, soprattutto, coinvolgere Poste nella partita, quando tutti davano ormai per defunta la nostra compagnia di bandiera. L’ok all’aumento di capitale (sottoscritto per 225 milioni) e quello delle Poste (iniezione da 75 milioni) testimoniano che il traguardo è stato quasi raggiunto. Manca soltanto la ciliegina finale.
TEMPI MOLTO STRETTI

Prima di procedere gli emissari di Etihad, ieri a Roma, si aspettano garanzie dal fronte sindacale sul taglio dei costi e dalle banche sul nodo debiti. Segnali positivi sono arrivati, ma forse si chiuderà solo a febbraio. Dalla Cisl alla Cgil, passando per l’Ugl, è un coro a favore del nuovo partner arabo «fondamentale per il rilancio». «Una chance da non perdere», spiega Giovanni Luciano della Fit-Cisl, facendo capire che nessuno si metterà di traverso. Perfino Air France, in una nota, si dice pronta a farsi da parte, evitando di ostacolare il nuovo arrivato. Quello che è certo invece è che le reti delle due compagnie sono compatibili. Roma-Fiumicino è candidato poi a diventare l’hub occidentale della nuova alleanza (con collegamenti verso il Nord e il Sud America, oltre che con voli verso l’Italia, l’Europa e il Bacino del Mediterraneo), mentre Abu Dhabi, base di Etihad, potrebbe servire le destinazioni dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Oceania. Integrazione quindi tra Alitalia e gli altri marchi controllati in Europa: Darwin (che diventerà Etihad Regional), Air Berlin e Air Serbia. In arrivo, se l’operazione andrà in porto, anche collaborazioni nelle risorse umane, con i piloti italiani che potrebbero servire per coprire le esigenze crescenti della compagnia emiratina. L'idea sarebbe quella di creare una sorta di bacino comune dei comandanti-piloti al quale attingere nei prossimi anni per gestire una flotta di aerei di Etihad in continua espansione. I mediorientali vedrebbero poi con favore un intervento del Governo che metta ordine al sistema dei trasporti e freni lo strapotere delle low cost.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it