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Pescara, 18/12/2025
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Data: 21/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tercas sul lastrico. Di Matteo sotto torchio. L’ex dg arrestato è stato due ore davanti al giudice

«Collaborerà con la giustizia per chiarire gli equivoci sui controlli dell'autorità di vigilanza». Antonio Di Matteo, l'ex direttore generale della Tercas, arrestato mercoledì ad Avezzano su esecuzione di un'ordinanza chiesta dalla Procura di Roma, ieri è stato interrogato dal gip per quasi due ore e non si è sottratto alle domande. Anzi. Assistito dal proprio legale, l'avvocato Massimo Krogh, ha parlato a lungo. «Ha dato molti spunti». Ma resta il fatto che secondo la tesi difensiva alla base ci sarebbero «errori, anzi equivoci, commessi dall'autorità di vigilanza perché in una banca, una sola persona, non può avere potere assoluto», ha precisato l'avvocato Krogh secondo il quale quello di ieri è stato «un interrogatorio aperto, in cui il magistrato ha fatto parlare molto Di Matteo». Per ora, però, bisognerà aspettare. Lunedì, intanto, il legale presenterà istanza al Tribunale del riesame. Delle intercettazioni l'avvocato preferisce non parlarne: «Siamo ancora in una fase di indagini. E poi non mi sembra che ce ne siamo molte». L'ex dg della Tercas, insomma, non si tirerà indietro. «Di Matteo è deciso a difendersi». Le accuse mosse nei suoi confronti sono pesanti: bancarotta fraudolenta, ostacolo all'attività di vigilanza e associazione per delinquere. Per la Procura capitolina sarebbe stato lui, l'ex dg della Tercas, ha mettere in moto il meccanismo che ha determinato la «sofferenza» della cassa di risparmio, attualmente commissariato da Bankitalia per 220 milioni di euro. Un meccanismo basato essenzialmente su finanziamenti milionari al di fuori dei protocolli di garanzia. Nonostante la situazione, Di Matteo ha continuato ad andare avanti perché, come scrive il gip nell'ordinanza, «si muoveva trasversalmente al sistema bancario ufficiale, portando con sé, ovunque egli svolga attività bancaria i medesimi clienti di riferimento e sodali quali, tra l'altro, Di Stefano, Isoldi, Samorì, Natali (già clienti Unipol) e Sarni (oggi cliente affidato a banca popolare di Spoleto, anch'essa sottoposta a commissariamento)». Ma c'è un particolare: «Il dg pur godendo della fiducia del presidente della Tercas e di grande intraprendenza non si prestava ad assumere la paternità delle procedure anomale che promuoveva, come riferito dai consulenti della Banca d'Italia». E questo ha reso particolarmente difficoltoso il lavoro degli inquirenti che oggi sono decisi, quanto prima, a chiudere il cerchio. Diciannove sono complessivamente gli indagati. Tra di loro c'è anche la compagna di Di Matteo, Cinzia Ciampani, teramana, intestataria dei conti correnti accesi presso la Tercas e beneficiaria dei bonifici di ritorno disposti dai soggetti illecitamente finanziati dalla banca, titolare di quota pari al 22% di partecipazione nella banca sanmarinese Smib, secondo l'accusa parte attiva nel sodalizio criminoso per l'acquisizione di banca Smib ed altro ancora.

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