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Pescara, 18/12/2025
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Data: 27/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Casa, rinvio a gennaio: Tasi verso l’aumento. Aliquote destinate a crescere (al 3,5 e all’11,6 per mille) per coprire le detrazioni nei confronti di famiglie numerose e meno abbienti

ROMA Ancora nulla di fatto: le annunciate modifiche alla nuova tassa sui servizi, che dovrebbero venire incontro alle richieste dei Comuni, non saranno contenute nel decreto milleproroghe che il governo esaminerà oggi; con ogni probabilità vedranno la luce dopo il 6 gennaio, forse nello stesso decreto in materia di Imu che deve essere ancora convertito. Le risorse ai comuni per le detrazioni nei confronti di famiglie numerose e meno abbienti saranno probabilmente reperite attraverso la possibilità di aumentare l’aliquota massima della nuova imposta sui servizi, la Tasi: per la prima casa la soglia potrebbe passare da 2,5 al 3,5 per mille, per la seconda dal 10,6 all’11,6 per mille. La novità, che sarebbe solo l'ultima modifica di una tassa appena nata, servirà a portare da 500 milioni a 1,2-1,3 miliardi il tesoretto che potrà essere destinato alle detrazioni, così come promesso dal ministro per gli Affari Regionali, Graziano Del Rio (nella foto sotto), il giorno del varo della legge di Stabilità. La confederazione dei proprietari edilizi, la Confedilizia, ha intanto già minacciato l'uso della norma che consente di adeguare, al rialzo, gli affitti.
IL NODO DA SCIOGLIERE

Il nodo da sciogliere è quello del finanziamento degli sconti, per adeguarli a quelli applicati per l’Imu nel 2012. Per ora ci sono 500 milioni nella Legge di Stabilità, ma per portarli a 1,2-1,3 miliardi il ministro Delrio starebbe valutando la concessione di maggiore flessibilità sulle aliquote dei comuni. Come? aumentando la soglia massima al 3,5 per mille per le prime case all’11,6 per mille sulle seconde. A spingere in questa direzione sono in particolare i comuni che nei giorni scorsi hanno minacciato il governo di rottura nei rapporti istituzionali se non verrà alzato alzare il tetto alle aliquote (portando a 3,5 per mille quello sulla prima casa e all’11,6 per mille l'altro sulle seconde ). Inoltre i sindaci chiedono di aggiungere altri soldi ai 500 milioni già stanziati per consentire detrazioni per le prime abitazioni. Chi applica gli aumenti sarebbe obbligato all’uso delle maggiori risorse per gli sconti. Contro questa ipotesi si scaglia la Confedilizia. «Fatti i calcoli, questi nuovi aumenti, aggiunti a quelli della legge di stabilità - afferma il presidente Corrado Sforza Fogliani - configurano la condizione richiesta per l’aumento dei canoni dei contratti di locazione concordati previsto dall’apposito decreto ministeriale».
L’APPELLO A LUPI

Fin qui il nodo casa rinviato a gennaio. Ma nel menu che sarà servito, invece in queste ore appare certa l’adozione, per tutto il 2014, della proroga degli sfratti per famiglie con condizioni di reddito basse, presenza di anziani o minori, portatori di handicap gravi, malati terminali. Possibile anche il blocco degli sfratti in caso di morosità incolpevole. L’operazione è sostenuta con forza dall'Unione inquilini che, in una lettera indirizzata al premier Enrico Letta e al ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, ha spiegato che in mancanza di un provvedimento in tal senso a gennaio «si rischia l’esplosione sociale nelle città». «Il regime delle proroghe non piace neanche a noi – ha detto il segretario dell’associazione Walter De Cesaris - il nostro obiettivo è il passaggio da casa a casa con un grande piano per il recupero e la ristrutturazione ai fini della residenza sociale dell'enorme patrimonio del demanio militare e civile».

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