L’AQUILA Una lunga riunione di maggioranza per addentrarsi nei tecnicismi del bilancio, come la verifica dei vari capitoli di spesa, prima di entrare nel merito della discussione generale e affrontare il dibattito in aula con le opposizioni. Inevitabile che la seduta del Consiglio regionale di ieri, fissata inizialmente per le 15, slittasse alla tarda serata. Ma di rinvio in rinvio si è andati oltre le previsioni, tanto che alla fine si è deciso addirittura di ricominciare oggi, con inizio alle 13.
Come nelle attese, la maratona per l'approvazione del bilancio regionale si annuncia dai tempi lunghi e non vedrà il traguardo prima di lunedì se non di martedì 31 dicembre, ultimo giorno utile per licenziare anche la Finanziaria 2013-2015.
Partita importante per la maggioranza di Gianni Chiodi, perché le scelte che ricadono sul territorio costituiscono un po' il tesoretto della prossima campagna elettorale, un giocattolo che il centrosinistra farà di tutto per smontare. Nella stessa maggioranza si cercano i giusti equilibri per non aprire nuovi fronti dopo quelli politici che hanno già portato alla frammentazione del gruppo Pdl in almeno tre schieramenti: Forza Italia, Nuovo centro destra e Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, collaborativi ma allo stesso tempo in competizione all'interno della coalizione che sosterrà Chiodi per il bis. Ecco perché la discussione sul bilancio si è presa i suoi tempi.
Intanto, dai banchi del Centro democratico Paolo Palomba chiede maggiore attenzione per la medicina territoriale, anche alla luce delle risorse aggiuntive, circa 32milioni, previste quest'anno per l'Abruzzo dal sistema sanitario nazionale. Il consigliere punta il dito sui livelli minimi di assistenza ritenuti inadeguati dallo stesso tavolo di monitoraggio nazionale, così come la carenza dei servizi di prevenzione. Chiede il riequilibrio dei livelli di screening delle fasce giovanili, «come avverrebbe -spiega- con la gratuità della vaccinazione contro il Papilloma virus estesa ai ragazzi», e maggiori investimenti per i presidi territoriali, l'assistenza domiciliare e il primo soccorso ospedaliero, dove si registra un iperaffollamento non più sostenibile.
Dopo la sanità, la seconda voce del bilancio regionale è quella dei trasporti, anche questa alle prese con una lunga stagione di riforme che ha prodotto una legge per la fusione della quattro società regionali, rimasta però sulla carta. Si tratta di tagliare le spese e razionalizzare i servizi per liberare risorse da destinare agli investimenti e al rilancio dell'economia. Un po' la filosofia che ha guidato la maggioranza Chiodi in una legislatura nata nel segno dell'austerità a causa dei debiti ereditati dalle precedenti gestioni, e proseguita nel segno del rigore per la grave crisi finanziaria iniziata proprio nel 2008. Le riforme strutturali, come quelle delle società uniche per la gestione dell'acqua, l'edilizia residenziale, i trasporti, i consorzi industriali, dovevano servire proprio a questo. Ma le resistenze venute dai territori hanno lasciato quest'opera in larga parte incompiuta, mentre il tempo a disposizione per mettere il cappello sui tagli ai costi della politica è quasi scaduto.
E Berlusconi scelse Chiodi puntando il dito sulla foto
PESCARA Volti nuovi, aria fresca nel partito. Sembra che Silvio Berlusconi abbia trascorso con questo assillo le festività natalizie, chiedendo suggerimenti ad amici, parenti, intellettuali ed esperti della comunicazione a lui vicini per il rilancio di Forza Italia. I fatti diranno se questa voglia di novità toccherà anche l'Abruzzo, ancora in attesa di un coordinatore regionale per la formazione politica nata dal tramonto del Pdl.
Intanto, a proposito di volti nuovi, c'è chi ricorda un episodio del 2008, quando dopo la traumatica caduta della giunta regionale di centrosinistra guidata da Ottaviano Del Turco, caduta che interruppe bruscamente la legislatura, nel centrodestra si pose il problema di individuare un candidato vincente nella corsa a governatore della Regione. Sembra che in una delle riunioni decisive tenute ad Arcore con i referenti nazionali del partito, Berlusconi abbia chiesto: «Chi abbiamo in Abruzzo?» e che in quella circostanza saltarono fuori tre o quattro nomi per la candidatura alla guida della Regione, tra questi c’erano sicuramente quello di Filippo Piccone e del giovane sindaco di Teramo, Gianni Chiodi.
«LUI»
Berlusconi chiese informazioni su tutti, prese nota, ma i dubbi sulla scelta del candidato abruzzese persistevano. Così il Cavaliere ruppe il ghiaccio con una delle sue mosse a sorprese: «Portatemi le foto». Lui le osservò con cura e alla fine, senza esitazione, indicò con il dito: «Lui». La scelta era caduta proprio sul giovane sindaco di Teramo, il commercialista di cui si dicevano grandi cose nel Teramo, ma che Berlusconi sceglieva anche per quel volto da attore navigato, come avviene nei casting del cinema o della tv, che a suo dire avrebbe costituito un valore aggiunto nella presa sull'elettorato.
E quelle elezioni, come oggi noto, Gianni Chiodi poi le vinse davvero: non si saprà mai se per il suo appeal, per la sua abilità politica, per l’effetto indotto dalle inchieste giudiziarie che avevano travolto il Pd e il centrosinistra, o per tutte queste cose insieme. Ma è un fatto che l'intuizione del Cavaliere ebbe successo.