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Pescara, 18/12/2025
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Data: 28/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
De Fanis vuole parlare, lunedì sarà dal pm

PESCARA Arriva il giorno dell'ex assessore regionale Luigi De Fanis nell'inchiesta sulle presunte tangenti chieste dall'esponente politico della giunta Chiodi in cambio di contributi per la promozione di eventi culturali. Sollecitato anche dalle dichiarazioni della sua ex segretaria, Lucia Zingariello, e dal clamore del presunto contratto d'amore sottoscritto dai due, De Fanis ha chiesto al pm pescarese Bellelli di poter essere interrogato e chiarire la sua posizione, ed è stato convocato in Procura per lunedì mattina.
I suoi legali, Cirulli e Frattura, con un comunicato stampa avevano già anticipato, prima di Natale, l’intenzione del loro assistito di dire per la prima volta la sua sulla vicenda giudiziaria che ha fatto il giro d'Italia. Davanti al giudice che aveva firmato la misura cautelare a suo carico nella forma degli arresti domiciliari (dove si trova attualmente) l'ex assessore regionale alla Cultura aveva scelto la strada del silenzio, limitandosi a presentare le sue dimissioni al presidente Chiodi. «C'era la necessità -aveva motivato l'avvocato Frattura- di superare il fisiologico momentaneo disorientamento conseguente l'inaspettata, imprevedibile ed inimmaginabile misura cautelare applicata». Inaspettata non tanto, visto che la Procura ha aperto anche un fascicolo per fuga di notizie considerato che in giunta circolava da tempo la voce del suo arresto, come d'altronde avrebbe confermato la Zingariello al magistrato. Ma al di là della questione strettamente penale, la vicenda ha avuto una risonanza mediatica nazionale per l'assurdo contratto con cui la Zingariello si sarebbe impegnata ad avere rapporti sessuali con l'assessore almeno una volta a settimana in cambio di 36mila euro annui. «Su questi aspetti -aggiungeva il legale nel comunicato del 22 dicembre- De Fanis non intende spendere parole, sia per non prestare il fianco a strumentalizzazioni di sorta, sia perché rimane fermamente convinto che le questioni legali debbano essere trattate esclusivamente nelle sedi a ciò deputate, e sia perché ritiene che in un Paese civile la privacy ed il rispetto per le persone sono e debbano rimanere valori inviolabili». E allora si parlerà delle tangenti chieste al musicista Andrea Mascitti e da quest'ultimo dichiarate alla Procura e avallate, stando all'accusa, da una serie di intercettazioni e registrazioni ambientali.

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