PESCARA Aeroflop, stavolta si può dire. Per la prima volta in tredici anni, l'aeroporto d'Abruzzo chiude con il segno meno in merito al traffico passeggeri. Dal 2001, quando la Regione istituì il Piano marketing con il quale ha finanziato la Saga, lo scalo ha sempre registrato una crescita, a volte netta, altre volte minima, ma comunque il segno più ha sempre prevalso. Un trend in ascesa confermato anche nel 2012, l'anno del grande freddo per molti aeroporti italiani, al termine del quale si chiuse il bilancio col record di 563mila passeggeri (+1,3% frispetto al 2011) e l'obiettivo di sfondare il muro dei 600mila nel 2013. Che invece ha segnato la prima vera batosta con un calo del 5% e una perdita in termini numerici di 28mila utenti. Il presidente della Saga Lucio Laureti ha sempre affermato che «la diminuzione di traffico è un fatto fisiologico in un contesto di crisi che ha coinvolto tutti gli scali. Quello di Ancona, ad esempio, ha dimensioni simili al nostro e ha perso molto di più». Una spiegazione parziale della retromarcia, perché rispetto agli anni scorsi l'unico handicap subìto è lo stop dei voli per Sharm El Sheikh, complice la crisi politica internazionale, mentre in autunno è svanito anche il volo della Bel Air per Tirana. Nel 2012 c'era stato lo stop del collegamento con Toronto, eppure i numeri premiavano ancora il management. La verità è che in diciotto mesi sono stati persi molti altri voli diretti (Bucarest, Torino, Verona, Eindhoven) che facevano «volume». Secondo alcuni azionisti della Saga, Cna su tutti, e secondo gli stessi sindacati, la causa del flop è l'eccessiva dipendenza da un solo vettore, la Ryanair, e dalla mancata apertura ad altri partner. Laureti ha controbattuto che «fermo restando il ruolo principale di Ryanair, stiamo lavorando con altri vettori per inaugurare nuovi collegamenti diretti, a cominciare da quello con Mosca». Il cui avvio è previsto a giugno 2014, durata trimestrale, con cadenza di un volo settimanale. Intanto alla Saga i conti non tornano, non soltanto in termini di traffico passeggeri, ma anche per quanto riguarda il futuro stesso dell'aeroporto. La Corte Costituzionale ha infatti bocciato nuovamente il Piano marketing della Regione, 5 milioni e mezzo, considerandolo un "aiuto di Stato «e non un programma di sviluppo economico». Ciò significa la «morte» dello scalo perché la Saga, che ancora deve ricevere quei soldi, sarà costretta a restituirli subito dopo averli incassati. Sarebbe la fine dell'aeroporto d'Abruzzo che in tredici anni ha potuto programmare solo grazie ai fondi della Regione. Alla quale, la Società di gestione chiede ora un intervento forte per correre ai ripari