PESCARA Di rinvio in rinvio, di polemica in polemica, la sessione di Bilancio del Consiglio regionale cerca una via d’uscita in nottata. Alle 23,30 di ieri sera i consiglieri sono entrati in aula dopo una giornata passata in Commissione, e mentre scriviamo la discussione è in corso. Cento gli emendamenti discussi in commissione, le opposizioni di centrosinistra ne avevano presentati 1.500. L’approvazione dovrebbe essere certa, in nottata o al massimo nella seduta di domani, già calendarizzata. Per il contenuto delle singole voci bisognerà aspettare che gli uffici mettano assieme testo ed emendamenti approvati. Per il momento possiamo anticipare che non è confermato il taglio delle tasse deciso nel 2012 sulle imposte del 2013. Allora furono 40 milioni di addizionali Irap e Irpef risparmiati dalla sanità risanata e «restituiti agli abruzzesi» come ebbe a dire il governatore Gianni Chiodi. Questa volta tutte le coperture fiscali andranno a beneficio della sanità e delle altre voci di bilancio. Troppo critica la situazione dei conti generali, anche se l’assessore al Bilancio Carlo Masci ricorda che la Regione ormai è strutturalmente risanata e non fa più debiti nè deficit. Comunque vada il voto, Resta in piedi la battaglia delle opposizioni che accusano il documento contabile di falsità. Non è una novità: nel dicembre 2007, il centrodestra lanciava le stesse accuse contro l’ultimo bilancio approvato da un centrosinistra non ancora azzoppato dalle inchieste: «Bilancio vuoto e falso», gridava l’allora capogruppo di An Fabrizio Di Stefano. Ieri l’opposizione di centrosinistra ha potuto ripetere l’accusa mostrando le carte. E per oggi il Pd ha convocato una conferenza stampa per illustrare le «gravi irregolarità di Bilancio derivanti da notizie emerse nelle ultime ore» (sala Sandro Spagnoli del Consiglio Regionale all’Aquila, ore 11). Le carte in mano all’opposizione sono la relazione dei revisori dei conti e soprattutto la delibera della Corte dei Conti dell’Aquila del 18 dicembre scorso nella quale si accerta il mancato invio da parte della Regione del rendiconto 2012 (e del bilancio preventivo 2013) e si argomenta, citando tre sentenze della Corte Costituzionale (la 192/2012, la 241/2013 e la 250/2013), che senza i rendiconti degli anni precedenti non c’è la possibilità di verificare se esistano le risorse adeguate per arrivare al pareggio di bilancio. In realtà i rendiconti sono sempre arrivati in ritardo, come fa notare la stessa Corte dei Conti, ma i bilanci sono stati comunque sempre approvati rischiando l’impugnativa. Alla maggioranza anche in questo caso preme approvare il documento ed evitare l’esercizio provvisorio. Saranno poi il nuovo consiglio e la nuova giunta eletti dopo il 25 maggio 2014 a preoccuparsi di eventuali illegittimità, fortemente prevedibili. Per il governatore Chiodi l’obiettivo della maggioranza è quello di salvaguardare il sociale e la cultura. Una «sorta di miracolo», ammette lo stesso governatore, considerati i tagli dello Stato che fino al 2007 trasferiva quasi 1,7 miliardi «e che ora si sono quasi azzerati». L’assessore Masci prima di andare in aula si è appellato «al senso di responsabilità di tutti, anche dell'opposizione» per chiudere il bilancio entro il 31 dicembre. «E lo faremo senza ricorso a risorse straordinarie», ha detto «nell'anno più difficile. Significa che si va verso un risanamento strutturale. La situazione rimane pur sempre critica, ma nel momento peggiore della crisi almeno noi proviamo a rimetterci in riga». Peccato per il mancato taglio delle tasse. «Ma sono sei anni che il bilancio abruzzese presenta criticità», ha spiegato Masci, «il ricorso alla leva fiscale aggiuntiva regionale nel 2014 sarà utilizzata in bilancio in attesa di vedere i conti durante l'anno, magari per chiedere la restituzione ai cittadini come fatto per il 2012. Ma con queste nostre manovre già nel 2015 saranno disponibili 30 milioni da mutui e nel 2016 si salirà a più 60 milioni».
L'opposizione. «Documento inattendibile e illegittimo»
L'AQUILA «Bilancio sostanzialmente falso, perché basato su presupposti inesistenti», secondo le opposizioni, quello che il Consiglio Regionale si appresta ad approvare. La denuncia giunge dal consigliere regionale del Mov139 Carlo Costantini, ma anche dal capogruppo Pd Camillo D'Alessandro. Costantini denuncia che «le inadempienze accertate dalla sezione regionale di controllo per l'Abruzzo della Corte dei Conti, quali il mancato invio dei rendiconti consuntivi, fermi all'anno 2010, e del bilancio di previsione 2013, approvato lo scorso anno, non hanno consentito alla stessa Corte di verificare il rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno, la sostenibilità dell'indebitamento e l'assenza di irregolarità capaci di pregiudicare gli equilibri economico-finanziari, compresi i rendiconti delle società controllate dalla Regione, così come hanno messo la Corte nell'impossibilità di procedere alla “parificazione” del rendiconto regionale». D'Alessandro, afferma che «sul totale di entrate di oltre 4 miliardi, più di un miliardo deriva dal presunto avanzo di amministrazione dell'anno precedente e proprio qui si consuma il falso, cioè il pareggio viene raggiunto con un miliardo di avanzo che giuridicamente non esiste, semplicemente perché non è stato approvato né il rendiconto del 2011, né il rendiconto del 2012, dai quali doveva derivare un avanzo. La grande mistificazione di questi cinque anni», conclude D’Alessandro, «oggi trova la conclusione in un bilancio falso che rinvierà tra qualche mesi nuovi buchi e nuove tasse, questa è l'eredita di fine mandato di Chiodi».
Chiodi: facciamo fatica a causa del disavanzo accumulato da altri
«Il bilancio non sarà mai in equilibrio perché ci portiamo dietro un disavanzo gigantesco prodotto negli anni precedenti». Così il governatore Gianni Chiodi risponde alle accuse di falsità sul bilancio in approvazione: «Noi abbiamo ridotto il disavanzo - ricorda Chiodi - ma dato che è enorme ci vorranno altri 20-30 anni per ripianarlo e la causa di questo è la gestione scellerata del passato. Ci sono ancora 450 milioni di disavanzo gestionale e nel corso degli anni sono stati distratti per altre finalità dal fondo nazionale sanitario 528 milioni che abbiamo dovuto ripagare». «Ci vuole grande faccia tosta a dire queste cose da parte dell'opposizione - dice il governatore - ma non mi sorprende perché ormai la politica prescinde dai reali contenuti per ridursi a mera propaganda e disinformazione». Sulle problematiche del rendiconto, per Chiodi «qualunque regione in Italia che dovesse fare il rendiconto per ripianare il disavanzo accumulato negli anni finirebbe in default. Le nostre spese per stipendi e funzionamento della macchina sono 320 milioni - precisa -: se anche Regione si fermasse per un anno non sarebbero sufficienti a ripianare il debito che è più alto». In conclusione, per Chiodi, sarà un «bilancio di estrema trasparenza e spero serva a richiamare al senso di responsabilità le forze di opposizione».