L’AQUILA Il muro contro muro è proseguito anche nel day after, ovvero all'indomani della prima seduta del Consiglio regionale su bilancio e finanziaria, andata a vuoto nella giornata di venerdì. Da un lato la maggioranza guidata dal presidente Chiodi e impegnata ad evitare il primo esercizio provvisorio da quattro anni a questa parte. Dall'altro le opposizioni, riunitesi nel pomeriggio di ieri, e che non hanno voluto saperne di scendere a compromessi. In prima commissione sono stati presentati centinaia di emendamenti, oltre 100 alla finanziaria e circa 700 al bilancio, che di fatto hanno costretto il presidente Emilio Nasuti a sospendere i lavori poco dopo l'ora di pranzo. Nel frattempo la seduta del Consiglio è slittata dapprima alle 15 e poi alle 17. «Mi auguro che prevalga il buon senso - ha spiegato Nasuti - e che si portino in aula solamente i provvedimenti davvero utili per la collettività. Se poi vogliono che si vada in esercizio provvisorio, allora ognuno se ne assumerà la responsabilità». Nei corridoi del secondo piano dell'Emiciclo, dove si svolgevano i lavori della commissione, si è consumato il solito rito di fine anno: assessori e consiglieri a colloquio sulle scale, staffisti e collaboratori di corsa da un corridoio all'altro con in mano fotocopie degli emendamenti e dei sub emendamenti da far firmare, sigari e sigarette che venivano accesi e spenti con costanza. Nel via vai di persone anche il governatore Gianni Chiodi, che ha messo in chiaro subito una cosa: «Se si riuscisse ad approvare il bilancio, salvaguardando sociale e cultura e assicurando la riduzione delle tasse, sarebbe un successo. Nel 2007 gli stanziamenti del Governo erano pari ad un miliardo e settecento milioni l'anno, oggi sono quasi azzerati». Eppure l'opposizione va giù duro, quando afferma che il bilancio è da cestinare. «Le opposizioni svolgono il loro lavoro - ha proseguito Chiodi -, ma fare ostruzionismo in un momento come questo, sul bilancio, mi sembra ingiustificato». Non la pensa così il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, che lancia bordate senza risparmiare nessuno: «Il bilancio della Regione è falso, tecnicamente e giuridicamente. La Corte dei conti ha sollevato il caso dei rendiconti del 2011 e del 2012, che sono mancanti, e ha certificato che il miracolo del risanamento sbandierato dal centrodestra in questi anni non c'è stato. Meglio l'esercizio provvisorio che un bilancio falso, perché nella malaugurata ipotesi che la maggioranza vada avanti per la sua strada rischieremmo di trovare un buco milionario tra qualche mese. Su questo punto poniamo una pregiduziale a cui la maggioranza deve dare una risposta». «Siamo di fronte ad un bilancio privo di programmazione, che non tiene conto della situazione che sta vivendo l'Abruzzo, con cui si fa una ricognizione ragionieristica delle risorse a disposizione. Ma senza il rendiconto 2011 e 2012, come si può pensare di governare il futuro di questa Regione?» ha aggiunto Gino Milano, capogruppo di Centro Democratico. La serata è andata avanti così, con riunioni e controriunioni convocate in fretta e furia. C'è tempo fino al 31 dicembre per arrivare al via libera definitivo, ma senza una mediazione tra le parti l'esercizio provvisorio (termine ai più sconosciuto o quasi) sembra un destino quasi ineludibile.