Cisl e Fiom, Bonanni e Landini, sulle stesse posizioni; non s’era mai visto. E il tutto sotto gli occhi della Cgil che resta a guardare. C’è qualcosa di nuovo che si sta muovendo nel sindacato. Fiutata la ventata di novità che il rampante segretario del Pd Matteo Renzi, vuole portare nella politica del lavoro, demolendo vecchi pregiudizi ideologici, Cisl e Uil hanno capito che è meglio essere della partita o il leader Dem rischia di impadronirsi di una materia che da sempre è «monopolio» del sindacato.
La «renzizzazione» del sindacato è già cominciata. Ad aprire i giochi è stata un’intervista bomba di Renzi che ha lanciato un piano di riforma del mercato del lavoro, un «job act» che non prevede l’articolo 18 (reintegro o indennizzo in caso di licenziamento illegittimo) per i nuovi assunti: in questo caso sarebbe eliminato il reintegro e resterebbe solo l’indennizzo. Oltre a questo Renzi ha lanciato il tema del contratto unico. Inizialmente la Fiom ha preso le distanze ma ieri è arrivata la capovolta. Il battagliero leader dei metalmeccanici ha teso la mano a Renzi. Non è ancora un sì all’eliminazione dell’articolo 18 ma un passo in avanti l’ha fatto. Ed è l’apertura alla formula del contratto unico. Landini spiega che «può essere la strada per ridurre la precarietà. E allora bisogna avere il coraggio di confrontarsi con una dimensione nuova». Il sindacalista quindi boccia la giungla dei contratti da quelli «di collaborazione, alle false partita Iva, al lavoro interinale, a quello a progetto».
A stretto giro le parole di Landini hanno registrato l’apertura da parte del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Era tempo che i due non dialogavano. Li avevamo lasciati mentre se le davano di santa ragione sulle questioni spinose della Fiat.
Ma ieri ecco il miracolo. «L'apertura del segretario generale della Fiom Maurizio Landini sul contratto unico, proposto dal segretario del Pd Matteo Renzi, è un'interessante novità. Spero che mantenga questa opinione».
Ora Bonanni si aspetta che Landini smussi e sue posizioni anche sull’articolo 18. «Metà degli italiani sono senza articolo 18 e quindi sarebbe interessante costruire un contratto che ci permetta di andare verso la stabilità». Il vero punto, avverte però Bonanni, «è che la flessibilità deve essere pagata di più». Poi rivendica la paternità della proposta di Renzi. «Era il 2001 quando scrissi sulla prima pagina del Sole 24Ore le stesse tesi lanciate ora da Renzi. Per quell’articolo ho avuto molte poleniche dalla sinistra. Spero quindi che ora si apra una stagione nuova». Quanto al feeling con Renzi, il leader della Cisl è diplomatico: «Sono curioso di vedere come si comporterà».
«Innamorata» del segretario Dem anche la Uil che ha preso posizione a favore del rottamatore già durante le primarie in funzione anti-Cgil e, dunque, anti-Cuperlo, cui andavano i favori del sindacato rosso.
Questo feeling di Renzi con Cisl e Uil e ora anche con la Fiom ha messo nell’angolo la Cgil che ora si sente sotto assedio. Susanna Camusso continua a guardare in cagnesco il segretario del Pd, al di là delle ovvie dichiarazioni di prammatica che peraltro sono fredde se non ostili. Un esempio? «C'è chi come lui (Renzi, ndr) giustamente si occupa di organizzare la politica, noi ci occupiamo della democrazia nel sindacato». Più chiaro di così.
Bonanni però è ottimista. «Speriamo che non prevalgano posizioni retrò. Finora il sindacato ha vissuto una stagione di conflittualità che ha reso molto faticoso il raggiungimento di alcuni risultati». E si augura l’avvio di una «nuova fase di relazioni sindacali».