Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.314



Data: 30/12/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Governo, Letta rilancia sulle tasse: caleranno ancora. Renzi in pressing. Il presidente del Consiglio difende l’azione dell’esecutivo. E il sindaco non molla su agenda e ricambio dei ministri

ROMA Con l’ottimismo di sempre il premier, Enrico Letta, sparge positività a mezzo twitter. «Tasse sulle famiglie nel 2013 sono scese e la tendenza continuerà anche nel 2014. Notizia di oggi importante perchè si consolidi trend fiducia», scrive nell’intento di mettere fine alle polemiche all’interno della sua maggioranza. Ma già in mattinata, leggendo il colloquio con La Stampa, ha potuto constatare come l’atteggiamento di Matteo Renzi resti alquanto bellicoso, visto che, tanto per cominciare tiene a smarcarsi da quel patto generazionale che è stato il perno del discorso di Natale del presidente del Consiglio. «Io sono totalmente diverso, per tanti motivi da Enrico Letta e Angelino Alfano», scandisce infatti il leader del Pd che continua a punzecchiare il governo.
L’AVVERTIMENTO

«Bisogna tener fede a quanto detto- avverte Renzi, parlando dell’attività dell’esecutivo- se Letta fa, va avanti. Certo, se si fanno marchette e si passa dalle larghe intese all'assalto alla diligenza, non va bene». Quasi un aut aut, preceduto dallo sgradevole distinguo rispetto al premier e ad Alfano. «Le cose bisogna raccontarle per come stanno- precisa- Enrico è stato portato al governo anni fa da D'Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente. E Angelino al governo ce l'ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze. Io sono totalmente diverso, in primis perchè ho ricevuto un mandato popolare». Detto questo, Renzi manda un avvertimento al governo. «Con l’anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte, lavoro e riforme i due temi capitali».
L'idea è di continuare a sostenere il governo a condizione che faccia quel che deve. Però- avverte- potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta». Comunque, il segretario del Pd assicura di non aver mai parlato di rimpasto. «Quella parola non l'ho mai pronunciata e mai la pronuncerò- promette- io fatico a tenere Delrio al governo, perchè ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare. E’ quello il mio problema. Non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle. Chiedo solo che si cambino stile e velocità nel governo». E fa sapere di avere pronta una nuova offensiva per condurre in porto la trattativa sull legge elettorale. A questo scopo annuncia di avere intenzione di parlare sia con Grillo che con Berlusconi. «Vediamo cosa risponderanno gli uni e gli altri, ma io con loro ci parlo e ci parlerò».
LA REAZIONE DEGLI ALLEATI

E mentre Scelta civica chiede di contare di più, anche per bocca di Monti, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, twitta «se la nuova politica deve arrivare dal rimpasto, mi viene da ridere». Ribolle il Nuovo centrodestra che reagisce con fastidio a quello che considera «un diktat di Renzi». Maurizio Sacconi puntualizza che «Alfano almeno un passato ce l’ha, Renzi ancora no». Quagliariello, Laura Bianconi invitano a riflettere sui dati positivi della Cgia di Mestre. E Barbara Saltamartini precisa: «Sgravi fiscali per le famiglie, più soldi nelle tasche dei lavoratori, grazie alla riduzione del cuneo fiscale, approvato nella legge di stabilità. Questi dati sono la prova che il governo è sulla strada giusta e porta a casa risultati concreti, alla faccia di chi sa solo criticare, minacciare, anche di qualcuno del fuoco amico, che ha l'obiettivo, non dichiarato ma palese, di minare la stabilità del governo, pensando di tranne un tornaconto esclusivamente personale, non certo per il bene dell'Italia».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it