ROMA Lo si potrebbe quasi definire un assalto preventivo alla diligenza. Anche perché quella del Milleproroghe è di certo l’ultima che passerà. Almeno per quest’anno. Così, due giorni dopo il consiglio dei ministri che ha licenziato il provvedimento, a Palazzo Chigi sono ancora al lavoro per limare il testo e frenare il pressing di chi spinge per inserire norme saltate dopo il ritiro del decreto Salva-Roma. Non è l’unica novità. Il provvedimento sarà spacchettato in due decreti. E questo per andare incontro alle richieste del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sull’omogeneità dei testi dei provvedimenti urgenti sottoposti alla sua firma. Che, se non ci saranno intoppi, dovrebbe arrivare questa sera. Per capire cosa è entrato e cosa invece è rimasto fuori, bisognerà attendere i testi definitivi. Il lavoro di cesoia che sta portando avanti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Filippo Patroni Griffi, è ancora in corso. Il provvedimento sulle proroghe è in una fase più avanzata. Dovrebbe essere composto alla fine di soli 14 articoli. Dentro ci saranno gli allungamenti dei termini in materia di assunzioni della pubblica amministrazione, alla proroga dello stato di emergenza per la Costa Concordia, fino al nuovo blocco di sei mesi per gli sfratti.
IL SECONDO TESTO
Ma la partita più delicata è quella costituita dal secondo decreto, quello con le misure fiscali a cominciare dalle norme Salva-Roma. Nessun dubbio, ovviamente, che la boccata di ossigeno da 485 milioni di euro per la Capitale ci sarà. Così come pure l’altra norma annunciata urbi et orbi dal governo, ossia la facoltà di recesso della pubblica amministrazione dai contratti d’affito «d’oro» entro il 30 giugno del prossimo anno. Altre norme, invece, traballano. Come per esempio quella sulle sigarette elettroniche. Nel testo entrato in consiglio dei ministri del provvedimento, è rispuntata per l’ennesima volta la norma per estendere anche alle e-cig i divieti di pubblicità validi per il tabacco e il divieto di uso nei luoghi pubblici previsti dalle norme anti fumo. Ma il comma potrebbe saltare dopo le proteste dei produttori e della Confindustria. Così come dal provvedimento potrebbe uscire la tassa di sbarco sulle isole minori di 2,5 euro e quella per le isole con vulcani attivi di 5 euro. Nel testo definitivo, invece, dovrebbe rimanere lo slittamento della web tax a luglio dell’anno prossimo, fortemente voluto da neo segretario del Pd Matteo Renzi. E proprio i renziani continuano il pressing contro le «marchette» inserite nei provvedimenti. Ieri Dario Nardella ha postato su Twitter l’elenco delle spese finanziate con la stabilità divise per importo, da 100 mila euro fino a svaraite centinaia di milioni, dicendo «ecco alcuni provvedimenti mancia approvati». E domandando «È questa la strada giusta?».