L’AQUILA Alla fine la maggioranza ha scelto di approvarsi bilancio e finanziaria in solitudine, con le opposizioni fuori dall’aula per protestare contro la conduzione del dibattito, la caduta di tutti gli emendamenti e il sospetto di legittimità del documento di bilancio per mancanza dei consuntivi 2011 e 2012. Il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro è tranciante: «Di fronte a un bilancio falso, e una procedura di approvazione violentata nelle regole, che ha impedito ai Consiglieri regionali di presentare proposte ed emendamenti, il Pd ha scelto di non partecipare alla farsa e si rivolgerà a tutte le autorità per verificare la legittimità del bilancio e del comportamento della maggioranza». Ha abbandonato l’aula anche l’Italia dei Valori. Il capogruppo Lucrezio Paolini ha ricordato i rilievi della Corte dei Conti e ha invitato ad andare all’esercizio provvisorio per avere tempo di approvare i bilanci consuntivi che mancano. Per Gino Milano (Centro democratico) «si è fatto l’ultimo strappo stravolgendo l’accordo in commissione» Maurizio Acerbo di Rifondazione, che si è visto annullare centinaia di emendamenti, ha accusato il presidente dell’assemblea Nazario Pagano di aver «stravolto la prassi tenuta durante cinque anni dal presidente. Ora improvvisamente si fanno decadere quasi tutti gli emendamenti dell'opposizione. E' evidente che invece di discutere i problemi della Regione per quattro giorni hanno lavorato all'elaborazione di una strategia per aggirare il confronto». Franco Caramanico (Sel) si è detto «sconfortato» e «rassegnato» per l’atteggiamento della maggioranza «che ha cercato di impedire una discussione seria e serena» e preoccupato per «il disavanzo di 450 milioni che pone una seria ipoteca anche sulla programmazione futura e disegna scenari drammatici per l’economia di questa regione». Si è detto indignato Antonio Saia (Comunisti italiani) per non aver potuto discutere nessuno dei sei emendamenti presentati. Solo Antonio Menna (Udc) annunciando la sua astensione non si è «iscritto al partito dell’ostruzionismo». Riccardo Chiavaroli (Forza Italia) ha difeso il bilancio rammaricandosi per «il prevalere della propaganda» nelle forze d’opposizione. «Impiccarci al dibattito sulla legittimità è sbagliato», ha detto, «abbiamo dato una immagine sbagliata all’opinione pubblica perché i pareri dei revisori ci hanno confortato, i lavori sul bilancio sono assolutamente legittimi dal punto di vista formale e sostanziale». Il capogruppo del Nuovo Centrodestra Lanfranco Venturoni ha rimarcato la serietà e il rigore di Finanziaria e Bilancio e ha accusato la minoranza di aver voluto fare «operazioni di clientelismo sul territorio».