L’AQUILA Sembrava destinata durare fino all’alba, la lunga corsa del bilancio di previsione: invece alle 22, poco dopo il sì alla Finanziaria, la corsa finisce. Bilancio approvato, tutti a casa per San Silvestro. Un’altra giornata di tensioni, quella che si è vissuta ieri in Consiglio regionale, con le opposizioni barricate dietro i duemila emendamenti e la maggioranza rapida a giocare la carta della loro inammissibilità per scongiurare l'ostruzionismo ad oltranza. Obiettivo dichiarato del Pd: andare all'esercizio provvisorio in attesa di approvare i rendiconti finanziari successivi al 2010, non ancora certificati e sui quali si teme un aumento del debito tra i 20 e i 50milioni di euro l'anno.
Il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro: «L'esercizio provvisorio per uno o due mesi è l'unica strada percorribile se Chiodi e i suoi vogliono un bilancio veritiero e non falso». Nessuna mano tesa dalle opposizioni mentre l'assessore Carlo Masci parlava di bugie: «Come si fa a dire che i soldi non ci sono, che il debito cresce e, nello stesso tempo, chiedere soldi per tutto attraverso duemila emendamenti?». Dall’assessore accuse al Pd di voler contaminare il dibattito con accuse false e strumentali: «Ma non mi stupisco più di tanto visto che il Governo li ha commissariati quando erano loro ad amministrare la sanità mentre noi siamo stati autorizzati ad abbassare le tasse». D'Alessandro però ricorda che gli unici rendiconti noti dell'amministrazione Chiodi sono quelli del 2009 e 2010: «Che già dicono come il debito sia cresciuto di 20 milioni il primo anno e di 50 il secondo. Altro che la favola del risanamento dei conti». L'oggetto del contendere sono gli oltre 450milioni di disavanzo accumulati dalla Regione nel 2008, mentre il gettito fiscale dell'ente ammonta a circa 330 milioni, somma appena sufficiente a coprire le spese per il funzionamento della macchina regionale. Un’estenuante battaglia di cifre.
Ieri sera, all’ultimo appello, in mancanza di risposte, il Pd e tutto il centrosinistra è di nuovo salito sull'Aventino senza alcuna intenzione di recedere dall'ostruzionismo ad oltranza pur di far saltare l’approvazione del bilancio. Ma, come detto, la contromossa della maggioranza non si è fatta attendere: fare cadere gli emendamenti dichiarandoli inammissibili, compresi alcuni della maggioranza stessa, per poi passare all'approvazione delle delibere. Cosa, peraltro, già avvenuta in passato anche con i governi della sinistra: «Ma questa volta -sostiene il capogruppo Pd-, ci sono di mezzo i rilievi della Corte dei conti e una sentenza della Corte costituzionale che rende un obbligo di legge il pareggio di bilancio per gli enti pubblici: la questione non è più politica ma giuridica, porteremo le carte in Procura». Rincara la dose Carlo Costantini, del Movimento139: «La manovra di bilancio presentata dalla maggioranza è marcia nelle sue fondamenta. Lo dice la Corte dei conti». Lapidario Maurizio Acerbo, Rifondazione comunista: «Golpe di Pagano: strage di emendamenti, stravolte le regole. Il centrodestra chiude in bellezza la sua stagione di governo con un blitz».
Ma siamo già alle ultime battute. Il Pd annuncia che non parteciperà al voto, la maggioranza fa due conti, verifica che i numeri li ha, si alzano le mani e tutto è finito. Il bilancio di previsione 2014 ammonta a cinque miliardi e 950 milioni di euro (circa 600 milioni meno dell’anno precedente). La Regione spenderà 2 miliardi e 304 milioni per l’assistenza sanitaria prevista dai Lea, i livelli essenziali di assistenza, mentre un milione e mezzo servirà per le elezioni regionali del prossimo maggio. Il resto è politica, anzi no: il resto è polemica.