TERAMO Tra la libertà e Antonio Di Matteo c’è un faccia a faccia che si consuma oggi alle 9 a Roma. L’ex dg della Tercas si gioca tutto davanti ai giudici del riesame. Chiede la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, che dal 18 dicembre lo costringe a restare rinchiuso in una cella di Regina Coeli, e cala le sue carte. L’avvocato Massimo Krogh anticipa al Centro la strategia della difesa: «Dimostreremo che non esistono più le esigenza cautelari per l’arresto. Non c’è più alcun contatto tra Di Matteo ed altri indagati (come il manager delle tv Francescantonio Di Stefano), né i soldi (due milioni di euro sequestrati in una banca di Singapore) sono nella disponibilità del mio assistitato». Aggiungiamo che anche le presunte “talpe” in Tercas che avrebbero, secondo i pm romani, continuato a tenere informato l’ex dg delle decisioni che prendeva il commissario Riccardo Sora, inviato da Bankitalia a Teramo, non sono più un pericolo perché sono già state perquisite dai finanzieri arrivati da Roma. Così Di Matteo spera di vincere questo primo round quantomeno con la concessione degli arresti domiciliari ad Avezzano. Ma in ballo c’è un secondo ricorso che corre parallelo al primo: l’avvocato Krogh lo ha presentato al gip Vilma Passamonti che ha arrestato l’ex dg. E il giudice dovrà decidere sempre oggi anche se la procura ha già dato parere negativo sulla base del sospetto che Di Matteo, e altri indagati, nasconderebbero ancora molti altri soldi all’estero, tra la Svizzera e Lussemburgo. Ma Torniamo a Teramo dove ormai si è aperto il terzo fronte dello scandalo Tercas. La Federconsumatori ha raccolto, solo ieri, decine di telefonate di piccoli risparmiatori beffati che vogliono partecipare alla class action contro la Tercas. Ernino D’Agostino, presidente regionale dell’associazione, conferma che l’azione collettiva si farà e spiega che i costi, che chi ricorre dovrà affrontare, saranno certamente e nettamente più bassi rispetto alla spesa per chi fa singolarmente causa alla banca. La notizia della class action, pubblicata ieri dal Centro con i numeri telefonici a della Federconsumatori a cui rivolgersi (0861 1750526 o 1750597), ha convinto molti teramani a chiedere aiuto: «Nella sola mattinata ho risposto a venti persone», continua D’Agostino. Ma chi si è rivolto a Federconsumatori? «Due tipologie di clienti e qualche avvocato. C’è chi ha acquistato azioni dopo essere stato rassicurato sull’assenza di rischio ma che ora si ritrova titoli della Tercas che non hanno più alcun valore oltre che sospesi per via del commissariamento. E chi invece ha creduto di acquistare obbligazioni e pronti contro termine sicurissimi e che ha scoperto di essere stato truffato perché in realtà, come sopra, erano azioni della stessa banca. Tenteremo prima una conciliazione con Tercas e poi», conclude, «partiremo con la class action».