Due le questioni in primo piano, anche se con peso specifico diverso. Una è quella riferita a quel contratto di sesso di cui avrebbe parlato la sua segretaria, Lucia Zingariello, allo stesso pm, clamorosa notizia che nelle scorse settimane ha fatto il giro d'Italia: quella sorta di scrittura privata tra i due in cui sarebbero stati specificati i numeri dei rapporti sessuali da avere ogni mese (minimo quattro) in cambio di 36mila euro l'anno. L'altra, quella più attinente all'inchiesta, è sulle presunte tangenti che sarebbero state chieste dal politico agli imprenditori culturali e, nello specifico, al musicista Andrea Mascitti, che con la sua denuncia ha fatto scattare l'inchiesta.
ZINGARIELLO E MASCITTI
Sul primo punto, così come sulla questione della Zingariello che avrebbe scaricato tutte le responsabilità sull'assessore, l'avvocato Frattura ha glissato, dicendo che lui e il suo cliente si sono attenuti alle contestazioni fatte dalla procura. Quanto alle tangenti, e in particolare alla busta con il compenso di Mascitti che l'assessore avrebbe consegnato al musicista sotto il palazzo della Regione, l'avvocato è stato chiaro: «Non c'è nulla di anomalo nella busta consegnata fuori dal palazzo della Regione, è stato chiarito anche questo passaggio ed è giustificabile, sapendo come sono andate effettivamente le cose». Ricordiamo che gli inquirenti, sul fatto, hanno a disposizione una ripresa filmata e una serie di intercettazioni e dichiarazioni dello stesso Mascitti in cui spiega le modalità che sarebbero state imposte da De Fanis per avere indietro parte di quella somma.
CARTA DI CREDITO
Quanto all'uso della carta di credito per pagare lo champagne, De Fanis avrebbe negato tutto spiegando che, al contrario, lui è sempre stato attento alle spese della Regione, e per sostenere questa sua dichiarazione ha fatto due esempi. Avrebbe infatti detto che la carta di credito era utilizzabile dagli assessori soltanto nel territorio abruzzese e che quindi non poteva in alcun modo essere utilizzata nel viaggio fatto a Bologna con la Zingariello. E inoltre che lui avrebbe pranzato, tornando in Abruzzo, e pagando con i suoi soldi. Così come ha precisato che da casa sua, a Montazzoli, si muoveva con la sua autovettura fino a Piazzano di Atessa dove incontrava poi il suo autista.
Insomma De Fanis avrebbe parlato della gestione dei fondi assegnati al suo assessorato sottolineando la correttezza del suo operato. Nessuna istanza di scarcerazione è stata al momento presentata: «Lo faremo nei prossimi giorni -ha detto il suo legale- , aspettiamo che il magistrato riepiloghi le sue idee in base a questo interrogatorio».