L’AQUILA Il futuro della ricostruzione dell’Aquila e del cratere sismico dipende dalla risoluzione di due problemi: l’anticipazione dei fondi già stanziati per il prossimo anno, e lo stanziamento di nuove risorse. Non esiste un altro modo per mantenere il trend positivo intrapreso dall’Ufficio speciale per la ricostruzione. Ne è convinto il suo dirigente, Paolo Aielli, che analizza luci e ombre della ricostruzione e stende il bilancio di un anno di attività dell’Ufficio, operativo in realtà dal maggio scorso. Il primo progetto è stato approvato il 21 giugno, mentre a oggi sono oltre 500 i milioni impiegati solo di ricostruzione privata, circa 400 le pratiche evase. Per la prima volta dal post-sisma, «sono stati presentati più progetti di quante siano le risorse a disposizione», spiega Aielli. Prima (quando cioè l’Usra non esisteva e c’era ancora la lentissima “filiera”) le risorse c’erano, ma non si riusciva a usarle. «Abbiamo ereditato circa 3mila progetti per 1,3 miliardi di valore dalla filiera», spiega, «ai quali si aggiungono gli 800 progetti ricevuti dall’Usra per un valore di 2,5 miliardi». L’Ufficio speciale per la ricostruzione si occupa della ricostruzione a 360 gradi: quella privata e pubblica, assistenza alla popolazione, espropri, rimborsi per i traslochi, sottoservizi. Il 2013 si chiude «con un completo utilizzo delle somme stanziate: un miliardo in totale e avendo approvato progetti per 800 milioni di euro (non ancora coperti)», chiarisce. Ora si sta lavorando con i fondi provenienti dalla Legge 43 (i 600 milioni che verranno stanziati ogni anno per i prossimi 6 anni) e il miliardo e 200 milioni della Legge di Stabilità. In totale: 1,8 miliardi, che se fossero a disposizione già da subito «potrebbero servire per gestire tutto il 2014». Invece non è così, almeno per ora. «Stiamo facendo pressing sul governo». Intanto il Mef (ministero dell’Economia e finanze) sta monitorando la ricostruzione in base al «tiraggio» (la presentazione) dei progetti, come prevede la normativa. «Abbiamo la capacità di approvare progetti nel corso 2014 presumibilmente per 1,2 miliardi», dice Aielli, che smentisce quello che chiama «un non senso». «Non è vero che i cantieri avviati rischiano di fermarsi per mancanza di fondi. Quelli aperti hanno già tutti la copertura finanziaria per arrivare al termine». La questione è, invece, «che non ci sono fondi per avviare tutti i cantieri che potrebbero essere aperti in futuro». Quanto all’andamento della ricostruzione in centro storico, «siamo arrivati al 95%, più a rilento nelle frazioni. Ci vorrebbero almeno 100 milioni al mese per sostenere la ricostruzione privata della sola città dell’Aquila», aggiunge Aielli, «mentre saranno usati tutti quelli della Legge 135 nel corso del 2014». In calo la spesa per l’assistenza alla popolazione: «C’era una previsione di spesa di 33 milioni», aggiunge, «ne abbiamo spesi 23». Dodici milioni e mezzo i fondi sbloccati per traslochi (7 milioni a fronte di un fabbisogno di 20), fragilità sociali (400mila euro) e manutenzione dei puntellamenti (4 milioni). Per la ricostruzione pubblica, infine, una parte importante del lavoro riguarda l’edilizia scolastica. «Con il piano scuole abbiamo preparato i primi 4 bandi, interventi che saranno avviati entro il 2014. Abbiamo già tutti i fondi per coprire il piano scuole comunale, mancano quelli per le provinciali». Capitolo Magani (il direttore regionale dei Beni culturali e paesaggistici che il ministero ha trasferito sul progetto Pompei). Aielli si augura che «ci sarà continuità, perché abbiamo fatto insieme un gran lavoro».