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Pescara, 18/12/2025
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Data: 01/01/2014
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Primo gennaio: scattano gli aumenti per i pedaggi delle autostrade nazionali

L’incremento medio approvato dal ministero delle Infrastrutture è del 3,9 %, contro il 4,8 % richiesto dalle società autostradali

Dal prossimo primo gennaio scatteranno gli incrementi tariffari delle tratte autostradali nazionali, approvati con decreti dei ministri Maurizio Lupi e Fabrizio Saccomanni. L’aumento medio è pari a circa il 3,9%, contro una media di quanto richiesto dalle stesse società pari al 4,8%. «La riduzione dell’incremento tariffario, rispetto a quanto chiesto dalle società autostradali» spiega Maurizio Lupi «deriva dall’esigenza di attenuare l’impatto degli incrementi tariffari sull’utenza in un periodo di perdurante crisi economica» precisa inoltre che «A fronte di aumenti molto significativi spettanti ad alcuni concessionari, sono stati corrisposti incrementi tariffari inferiori da compensare in sede di futuro aggiornamento quinquennale dei piani finanziari. La riduzione stabilita determina un risparmio per l’utenza quantificabile in circa 50 milioni di euro l’anno», evidenzia il ministero. «Infine» conclude « incrementi lievemente superiori alla media sono stati comunque riconosciuti a quei concessionari impegnati nella realizzazione di opere di rilevante interesse per lo sviluppo del Paese»

I RIALZI- «Sono aumenti ingiustificati, che giungono nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno» dice l’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit). I rialzi sono spesso a due cifre, come nel caso della Torino-Aosta (+15%) o della Venezia-Trieste (+12,9%). «Da anni - denuncia il presidente dell’Osservatorio Dario Balotta - gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi di cassa dei concessionari autostradali, che sono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie, anziché essere impiegati in nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti». Secondo Balotta «I gestori sono come una -corporazione- che ha imposto ancora una volta al Governo la logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli interessi generali del Paese. Per l’Osservatorio «I concessionari autostradali hanno già abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e frammentata d’Europa, e così oggi continuano a realizzare consistenti extra-profitti, senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e di miglioramento del servizio». Una situazione dovuta al fatto che l’Italia - conclude il presidente di Onlit - «È l’unico Paese d’Europa privo di un Governo capace di dettare e non di farsi dettare dai concessionari autostradali gli interventi infrastrutturali necessari».

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