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Pescara, 19/04/2024
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Data: 08/01/2014
Testata giornalistica: Ferpress
La (mancata) riforma del trasporto locale in Abruzzo - TPL Abruzzo: biglietto unico nel 2015, 50 tariffe nel 2014

La Regione Abruzzo ha approvato l’introduzione del biglietto unico integrato per tutte le aziende di trasporto pubblico regionale, ma la riforma sarà attuata solo a partire dal 1 gennaio del 2015.
Dodici mesi sono il tempo ritenuto sufficiente dalla Regione per realizzare tutta la serie di convenzioni necessarie con le aziende che operano nel trasporto pubblico regionale e consentire così che, dal 1 gennaio dell’anno prossimo, gli utenti abruzzesi possano utilizzare tutti i mezzi di trasporto sia su ferro che su gomma all’interno del territorio regionale con unico biglietto integrato, come già avviene del resto nell’ area metropolitana di Chieti-Pescara.

La notizia è indubbiamente positiva ma – come rileva la Filt Cgil in una nota – arriva con “un ritardo di 15 anni” e senza che sia stata attuata alcuna delle riforme che pure sono state coraggiosamente proposte (e addirittura approvate dal Consiglio regionale) di fusione e integrazione perlomeno delle maggiori aziende di trasporto pubblico locale. E’ la stessa Filt Cgil a sottolineare che l’integrazione tariffaria interverrà a razionalizzare l’attuale panorama delle “oltre 50 tariffe” attualmente operative sul territorio regionale.
Cinquanta tariffe in una Regione che è quattordicesima nella classifica della popolazione (con oltre 1 milione e 300 mila abitanti) e tredicesima nella classifica territoriale (con oltre 10 mila e 800 chilometri quadrati di superficie) sono obiettivamente un po’ troppe e spiegano più di molte altre cifre qual’è la realtà del trasporto pubblico locale in Italia (dove le aziende TPL – secondo il sottosegretario D’Angelis, che sta svolgendo un utile lavoro di censimento – sono oltre 1.250). E troppi sembrano anche dodici mesi per attuare una riforma le cui linee programmatiche dovrebbero già essere state previste da tempo.

La realizzazione di oltre 50 convenzioni comporta indubbiamente un lavoro (e costi) non da poco, ma non sarebbe male chiedersi se questo è l’unico percorso che si può seguire per razionalizzare il trasporto pubblico a livello regionale o non vi sia, invece, bisogno di provvedimenti più radicali e realmente innovativi del panorama del settore (del resto già previsti in molte leggi di riforma del TPL – varate, in particolare, dal governo Monti – ma di fatto mai attuate).
In conclusione, non è arbitrario commentare che, con questi tempi e con provvedimenti che presentano il rischio – non troppo latente – di cristallizzare ulteriormente la parcellizzazione del settore, non si risolvono i problemi del TPL, nonostante la buona volontà mostrata dai consiglieri regionali abruzzesi.

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