ROMA Una revisione complessiva del sistema delle concessioni, e nell'immediato misure, come gli abbonamenti, per alleviare il peso degli aumenti sulle categorie più deboli. È questa la linea di intervento indicata dal ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi sul tema caldo dei rincari dei pedaggi autostradali, che negli ultimi giorni ha sollevato numerose polemiche. Con i sindacati di settore che oggi si sono detti pronti allo sciopero se non arriveranno risposte. «Questo sistema concessorio regolamentato da anni, che va avanti in questo modo deve essere rivisto, a fronte di nuove regolamentazioni o di nuove regole che devono essere fissate», ha ribadito ieri il ministro in question time alla Camera, difendendo gli aumenti dei pedaggi decisi dal Ministero dei trasporti, d'intesa con il Tesoro: «L'aggiornamento delle tariffe rientra fra gli adempimenti contrattuali ai quali lo Stato è tenuto. E il mancato o parziale riconoscimento delle tariffe spettanti configurerebbe un inadempimento contrattuale». Per gli incrementi 2014, comunque, ha sottolineato Lupi, è stata «adottata una procedura volta ad assicurare il contenimento degli aumenti, attraverso una puntuale contestazione tecnica con ogni singolo concessionario riguardo all'aumento tariffario proposto». Per il futuro, ha spiegato Lupi, l'impegno del Ministero è su due fronti: uno immediato, l'abbonamento (gli uffici tecnici del Ministero stanno svolgendo l'istruttoria per varare in tempi brevi di campagne di abbonamento su tutta la rete autostradale per determinate categorie, in particolare autotrasportatori e pendolari); e l'altro da attuare nel corso del 2014, la revisione dell'intero sistema regolatorio, attraverso il dialogo con i soggetti coinvolti. Un tavolo tecnico sul tema, ha ricordato, è già convocato per il 15 gennaio con l'Aiscat. Resta tuttavia critica la politica: le parole di Lupi non convincono né Forza Italia né il Pd ; per M5S la scelta attuata dal ministro è di «stare dalla parte dei forti senza preoccuparsi di strozzare» chi ha bisogno. Sul piede di guerra anche i sindacati, che si dicono pronti allo sciopero: «È già stato proclamato lo stato di agitazione di tutti gli addetti di Autostrade per l'Italia e, in assenza di risposte da parte dell'azienda, si tradurrà a breve nella proclamazione di uno sciopero», affermano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Sla Cisal. Pronti alla protesta anche gli autotrasportatori: «Non vi è alcun impegno rispetto alla proposta di abbonamenti», osserva la Cna-Fita, assicurando che «se non ci saranno rassicurazioni nell'immediato alle nostre richieste, il fermo non potrà che essere la naturale conclusione del suo agire».