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Pescara, 17/12/2025
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Data: 10/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Lavoro: l’Ue promuove, Cgil dubbiosa. Il “jobs act” non piace ad Alfano: «La solita minestra». Per il ministro Giovannini serve più chiarezza sulle coperture

Il commissario europeo per il Lavoro Laszlo Andor: «Misure che vanno nella giusta direzione»

ROMA L’Ue apprezza, la Cgil non chiude ma ha forti dubbi. Per ora sono solo titoli, e le forze sociali e politiche attendono l’elaborato definitivo del jobs act per esprimersi. Il primo via libera arriva dal commissario europeo per il Lavoro, Laszo Andor che parla di «un nuovo programma» che sembra «andare nella direzione auspicata dall’Ue in questi anni». In Italia meno entusiasmo. Il vice premier Angelino Alfano (Ncd) è durissimo e parla di «stessa zuppa di sempre». Anche il ministro Giovannini ritiene che la proposta «debba essere dettagliata meglio» e necessiti «di investimenti consistenti». Dello stesso tenore il suo collega Zanonato che insiste sulla necessità delle coperture. Chi invece promuove la proposta è l’ex ministro Elsa Fornero che la considera in continuità con la sua riforma. «Mi sembrano enunciazioni molto buone, c’è continuità, non una rivoluzione, rispetto alla nostra riforma del mercato del lavoro». Tra questi «la riduzione delle forme contrattuali». La Cgil con la leader Susanna Camusso «saluta con favore il dibattito politico che finalmente parla di lavoro e il fatto che il più grande partito del centrosinistra sta impegnandosi a fare proposte». Ma il segretario generale della Cgil avrebbe «sperato in una maggior ambizione, a partire ad esempio dalla creazione del lavoro o dalla risorse, penso alla patrimoniale», tuttavia «è già importante che il tema del lavoro sia tornato al centro». Ma l’unico punto sul quale la Cgil appare soddisfatta è quello della riduzione delle forme di lavoro e si tratta «di novità assolutamente inaspettata: fino ad oggi lo dicevamo solo noi». Per il resto, la Cgil valuterà più a fondo gli altri aspetti, confermando che col Pd «ci sono contatti tra le segreterie». Tuttavia un membro della segreteria confederale, Vincenzo Scudiere attacca: «La proposta in sè non è ancora molto chiara nei contenuti» e comunque «c’è un modo sbagliato di anteporre le regole alla crescita, agli investimenti pubblici e privati, al rilancio dell’economia e quindi all’occupazione. Al momento la proposta mi sembra propagandistica». Il leader della Fiom, Maurizio Landini ritiene che «oggi bisogna mettere al centro il lavoro», non esclude incontri con Renzi e chiede «un piano del lavoro, di riprendere gli investimenti, di tassare i patrimoni e la rendita, estendere gli ammortizzatori sociali a chi non li ha» oltre ai «contratti di solidarietà e la riduzione dell’orario di lavoro». Anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, spiega che il documento del segretario del Pd è certo «da discutere ma siamo tendenzialmente favorevoli». Aggiungendo che la «flessibilità» va bene «a patto che venga pagata di più» e gli piace anche l’idea di dare forza a un solo contratto. «eliminando quei contratti civetta che servono solo per pagare meno le persone, specie giovani». Sul fronte politico, Forza Italia non fa sconti e con Brunetta parte all’attacco: il testo di Renzi, dice, «sembra scritto da dilettanti allo sbaraglio, un po’ furbetti, un po’ opportunisti». A sinistra duro anche Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista che vede solo la «riproposizione delle ricette che da Craxi in avanti hanno distrutto l’Italia». Scettico il M5S che propone invece il reddito di cittadinanza. La sinistra del Pd non chiude le porte ma incalza. Matteo Orfini spiega che «per ora ci sono i titoli ma è condivisibile l’impianto che non è solo giuslavoristico» anche se «bisogna vedere quando si passa dai titoli alle misure se si va nella direzione giusta».

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