Iscriviti OnLine
 

Pescara, 17/12/2025
Visitatore n. 750.271



Data: 10/01/2014
Testata giornalistica: Rassegna.it
Lavoro, prime reazioni al piano di Renzi

Camusso: "Avremmo sperato in una maggiore ambizione, a partire dal tema della creazione del lavoro e della individuazione delle risorse, come la patrimoniale". Per Bonanni, invece, è un patto convincente. Giovannini: "Va dettagliata meglio"

"Abbiamo cominciato a vedere i titoli e le proposte, ma avremmo sperato in una maggiore ambizione, a partire dal tema della creazione del lavoro e della individuazione delle risorse, penso alla patrimoniale". E' questa la posizione di Susanna Camusso, segretario generale Cgil, sul cosiddetto Jobs Act, proposto del neo-sgretario Pd Matteo Renzi. Camusso fa comunque sapere di essere disposta a "discutere" delle proposte.

A chi chiedeva a Susanna Camusso se il sindacato farà proposte, Camusso, secondo quanto riportano le agenzie di stampa ha ricordato che la Cgil ha il suo piano del lavoro e i suoi documenti congressuali: noi "ripartiamo da qui affermando e ribadendo che oggi il lavoro che c'è è troppo poco. Non siamo in grado di dare risposte se non si decide di creare lavoro" se non si mettono nuove risorse. Per questo, secondo Camusso, "non basta dire che sarà la libera iniziativa del mercato delle imprese, magari con qualche incentivo, a favorire la ripresa. Sono cose utili, tutte, ma servono risorse per creare nuovi posti di lavoro. Che si dica esplicitamente che bisogna ridurre le forme del lavoro è una novità assolutamente inaspettata: fino ad oggi lo dicevamo solo noi", ha concuso.

Le proposte contenute nel Jobs Act, anche se non ancora definitive, rappresentano "un nuovo programma" e sembrano '"andare nella direzione auspicata dall'Ue in questi anni". Così il commissario Ue per il Lavoro, Laszlo Andor, in una conferenza alla rappresentanza della Commissione Ue in Italia.

Il giorno dopo la presentazione della bozza attraverso la sua "enews" settimanale, il piano di Renzi divide sia il mondo della politica sia quello del sindacato. "Condivido che oggi bisogna rimettere al centro il lavoro e che ci sono tante cose da cambiare in questo Paese", afferma il segretario della Fiom Maurizio Landini. "Non escludo incontri con Renzi - ha aggiunto rispondendo ai giornalisti a Torino - così come abbiamo fatto con gli altri segretari del Pd e degli altri partiti ma avremo modo di dire le nostre proposte".

"E’ importante che in questo momento così difficile il lavoro torni al centro del dibattito politico. Utile e positivo che ciò avvenga individuando il settore dell’edilizia come uno dei settori strategici, attraverso il quale avviare una nuova fase di sviluppo sostenibile del paese." A dirlo il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella. "ll lavoro si crea con investimenti giusti e mirati, a partire da quelli per riconvertire il settore edile agli obiettivi del recupero e riuso delle nostre città e alla manutenzione e messa in sicurezza del territorio" prosegue Schiavella "su questi obiettivi i sindacati delle costruzioni unitariamente sono impegnati da tempo, e sarebbe molto utile che la discussione in atto preveda i necessari livelli di confronto con il sindacato." Per il segretario Fillea però " in nessun settore come in edilizia risulta chiaro quanto l’azione volta a creare buon lavoro debba essere accompagnata a quella di contrasto all’illegalità e all’irregolarità. Norme di riduzione del numero delle forme contrattuali di lavoro oggi possibili vanno nella direzione di quanto da sempre chiede la Fillea, ma andrebbero accompagnate da efficaci azioni di contrasto dell’irregolarità e agli abusi - conclude l'esponente Fillea - a partire da quello dell’evidente e macroscopico utilizzo nel settore di falso lavoro autonomo."

“Tutta l'ideologia del progetto è quella liberista di sempre secondo cui per creare lavoro bisogna togliere vincoli alle imprese ed esaltare la globalizzazione”, dice invece Giorgio Cremaschi, membro del comitato direttivo della Cgil e primo firmatario del documento congressuale di minoranza `Il sindacato è un'altra cosa`, che aggiunge”.

Di parere quasi opposto, invece, il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni. “È un patto che ci convince, tendenzialmente vediamo la cosa con molto favore, soprattutto il contratto unico” ha spiegato a Sky Tg24. “Ora chiediamo di eliminare tutto ciò che serve alle imprese per pagare di meno, la flessibilità è utile se viene pagata di più”, ha aggiunto.

"La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio". Così invece il ministro del Lavoro Enrico Giovannini intervenendo a "Prima di tutto" su RadioUno."

Il piano che risulta dalla bozza del Jobs Act "è ambizioso e va studiato attentamente", ha poi affermato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), in un'intervista a Repubblica: "Bene la semplificazione, a patto che non sia deregolazione e diminuzione dei diritti". Insomma, per Damiano occorre "capire come si traduce in pratica. A differenza di quello che si è immaginato sin qui dalle anticipazioni, l'approccio è complessivo. Questa è una buona cosa".

"Se l'intenzione è buona, troppo vago è lo sviluppo della proposta, fatta solo di titoli lanciati in maniera confusa". A dirlo è infine Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza, commentando la bozza del Job Act. "Riteniamo positive le proposte sul terreno della lotta alla disoccupazione e quindi nello specifico è senz'altro interessante che nei punti esposti nel Job Act non vi sia solo l'ennesima riforma delle regole del mercato del lavoro, ma si individui un rilancio a partire da un nuovo piano industriale, economia sostenibile, manifattura, strumenti ineludibili per uscire da questa crisi".

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it