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Data: 10/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Unica certezza: mini-Imu il 24 gennaio. Confermata la data per il pagamento, su Tasi e Tari saranno i Comuni a decidere

ROMA L'unica data certa per ora è quella del 24 gennaio, giorno entro il quale gli italiani proprietari di case dovranno calcolare e pagare la mini-Imu. Un balzello che secondo il governo inciderà appena sulle tasche delle famiglie (e che - a meno di possibili piccole modifiche da parte dei Comuni - non è dovuto sotto i 12 euro) ma dal quale, ha ribadito più volte l'esecutivo, non ci si può in nessun modo esimere. La stessa scadenza è fissata anche per la maggiorazione della Tares per il 2013, pari a 30 centesimi a metro quadro. Per il resto, ovvero per tutta la nuova tassazione sulla casa, di certezze ce ne sono poche. Il governo ha annunciato un aumento delle aliquote per un massimo dello 0,8 per mille condizionato alla concessione di detrazioni alle famiglie più deboli o numerose, ma le decisioni fattuali sugli importi finali, sugli sconti, sui tempi e sui modi del pagamento, sono tutte rimandate ai Comuni. L'aumento di aliquota tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille, ad esempio, può essere attribuito sull'aliquota della prima casa o della seconda, oppure calibrato tra le diverse tipologie di immobili, quindi con grande flessibilità e varietà di soluzioni. La legge di stabilità lascia grande libertà ai comuni anche sui tempi, per decidere quando e come far pagare Tasi e Tari. A differenza della mini-Imu, dovranno essere loro a mandare concretamente il bollettino postale ai cittadini, decidendo anche le date e avendo come unico punto di riferimento il 16 giugno indicato tassativamente dal governo come possibilità per un'eventuale unica rata. «Il Comune - si legge nella legge - stabilisce il numero e le scadenze di pagamento del tributo, consentendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche differenziato con riferimento alla Tari e alla Tasi. comunque consentito il pagamento in un'unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno». Capannoni. L'effetto Imu-Tasi sui capannoni, secondo la stima della Cgia di Mestre, determinerà un aggravio per le imprese, rispetto al 2013, che potrà salire in media fino a 769 euro. Prendendo in esame tre piccole realtà produttive - un artigiano installatore di impianti con un reddito di 40.000 euro e un capannone D1 di 500 mq; una Snc artigiana con due socie e 4 dipendenti, reddito di 60.000 euro e un capannone di 1.000 mq categoria D1; e una Srl con 2 soci e 20 dipendentì, reddito 80.000 euro, capannone di 3.000 mq categoria D7 - la Cgia ha stimato aumenti che vanno da 73 euro, passando poi ad una fascia media di fino a 232 euro, ma arrivano ad un massimo di +769 euro.

La tassa sulla casa fa tremare il governo

Ultimatum di Scelta Civica: «L’emendamento Tasi non lo votiamo» E i Comuni con Fassino (Anci) insistono: gettito non garantito

ROMA Maggioranza a rischio sulla Tasi, con Scelta civica che arriva a lanciare un ultimatum a Letta, minacciando di uscire dal governo se non sarà modifica e Graziano Delrio che replica: «Non ci sono le condizioni per ripensarci». E’ caos sulla nuova tassa sulla casa che secondo consumatori e sindacati si tradurrà in una vera stangata per i cittadini. Mentre i sindaci lanciano l’allarme sul rischio del minore gettito che la nuova tassazione sulla casa comporterà per le amministrazioni locali Scelta Civica torna ad alzare i toni e chiede a Enrico Letta di convocare subito un tavolo per cambiare la tassa sulla casa. «Se il governo dovesse porre la questione di fiducia sull’aumento dell’aliquota della Tasi Scelta civica voterà no», avverte Stefania Giannini, segretaria del partito di Mario Monti. Per Scelta civica, in perfetta sintonia con quanto denunciato da Piero Fassino, presidente dell’Anci, la proposta del governo di consentire ai primi cittadini di aumentare la Tasi per destinare però il maggior gettito alle famiglie numerose e povere è contraddittoria e non risolve affatto la richiesta dei comuni di coprire «il buco di due miliardi di euro» aperto nella case comunali dall’abolizione dell’Imu. «Chiediamo che il pagamento della Tasi venga differito a giugno e nel frattempo venga riordinato tutto il sistema della tassazione della casa e degli immobili strumentali e delle imprese e dell’Ires», chiede il senatore Gianpiero Dalla Zuana. Nella maggioranza non sono solo i centristi a protestare sulla tassa che secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori comporterà un esborso fino a 326 euro a famiglia. «Sulla Tasi è necessario tenere conto di quanto dicono i sindaci, non può aumentare il gettito fiscale sulla casa che deve rimanere quello previsto nella legge si Stabilità», dice per esempio il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello del Nuovo centrodestra. «La Tasi non può essere pagata solo dagli enti locali, si taglino piuttosto le spese dei ministeri e i proventi legati al gioco d’azzardo, altrimenti saremo noi a dare battaglia», avvertono alcuni senatori Pd rilanciando il grido d’allarme dell’Anci. In mattinata il ministro per gli Affari regionali Delrio e il sottosegretario all’Economia, Baretta hanno incontrato Piero Fassino per illustrare all’Anpi la proposta di consentire ai Comuni l’adozione di un’aliquota aggiuntive dello 0,8 per mille finalizzata però alla sola copertura delle detrazioni sul prelievo Tasi-Imu. L’Anci ha manifestato ai rappresentanti del governo forte preoccupazione di fronte all’obbligo di legge di approvare i bilanci comunali entro il prossimo 28 febbraio confermando che tale scadenza obbligherà la stragrande maggioranza dei comuni a chiudere la propria attività deliberativa entro lo stesso mese di febbraio. I sindaci hanno quindi sollecitato governo e Parlamento perchè vengano adottate entro gennaio le misure compensative per garantire ai Comuni risorse compensative del minore gettito. «Sulla prima casa il prelievo Imu variava tra il 4 e il 5 per mille, ora l’aliquota Tasi è prevista a 2,5 per mille: è evidente che occorre trovare nelle pieghe del bilancio dello Stato quelle risorse aggiuntive che permettano ai Comuni di disporre nel 2014 dello stesso gettito del 2013» chiede Fassino. Ma il sottosegretario di Saccomanni, Paolo Baratta lascia pochi spazi di manovra. «Non ci saranno altri interventi: i comuni che alzeranno le aliquote avranno l’obbligo di destinare le risorse alle detrazioni, è un vincolo esplicito», avverte. Altrettanto fermo l’ex presidente dell’Anci, Delrio. «Non credo che ci saranno le condizioni per ripensarci soprattutto per i 5 milioni di famiglie che non pagavano l’Ici perchè a basso reddito e senza queste detrazioni saranno costrette a pagare: la questione è semplice: bisogna distribuire in modo equo la pressione fiscale e senza le detrazioni la Tasi pesarà poco sulle famiglie abbienti e molto di più su quelle in difficoltà», spiega convinto di poter «convincere» Scelta Civica con la forza dei numeri.

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