Sabato, forse domenica, se non ci saranno intoppi. Tanto bisogna attendere per conoscere la decisione di Antonello Ricci in merito alla sua disponibilità a candidarsi a sindaco di Pescara. Ha chiesto garanzie di sostegno, Ricci, e pare le abbia ottenute dai big del Pd. Il centrosinistra aspetta ora una risposta, a cominciare proprio dal partito che più di altri si ritrova alla finestra con l’aspirante candidato sindaco Moreno Di Pietrantonio, il primo e l’unico finora ad essere sceso in campo. Altri potrebbero aggiungersi all’elenco degli sfidanti per le primarie di febbraio: vanta sostenitori Vittoria D’Incecco, che difficilmente però accetterebbe di lasciare la poltrona di deputato, ruolo che assicura una remunerazione più generosa e molti meno grattacapi; si fa il nome di Marco Alessandrini, non per rivalsa - nel 2009 fu battuto da Albore Mascia - ma perché consapevole di una maturazione frutto dell’esperienza politica di questi cinque anni. Così come è circolato il nome di Graziano Di Costanzo, segretario regionale della Cna, tra quelli contattati. Al di là delle scelte e delle ambizioni personali, emerge la realtà di un centrosinistra in cerca d’autore, appeso al filo di un sì o di un no. Nella terra di mezzo resiste Vincenzo Serraiocco, il primo a candidarsi ufficialmente a sindaco. Una situazione di incertezza che nel frattempo ha rialimentato nel centrodestra la fiducia nel sindaco uscente dato per spacciato solo qualche settimana fa - motivo per il quale l’ipotesi di una candidatura a sindaco di Guerino Testa s’è in parte raffreddata ovvero andrà almeno verificata alle primarie - e ora determinato a tentare il bis.
Fli svolta a sinistra «Saremo decisivi». Doppia lista civica
per Pescara e Regione obiettivo 10 per cento
Di diverso ci sarà soltanto il nome, ma candidati e programma saranno in linea con il percorso politico seguito dal 2011 a oggi. Futuro e Libertà per l’Italia rompe gli indugi e annuncia, anzi conferma di volersi schierare con il centrosinistra alle prossime prove elettorali, sia alla Regione che al Comune di Pescara. In sostanza l’intenzione è di mantenere l’assetto dell’attuale opposizione a Palazzo di città e in Provincia, aderendo a un centrosinistra allargato nell’ambito del quale Fli rappresenterà l’ala più moderata, l’anima centrista, per promuovere un ragionamento politico più ampio sul quale cui far convergere gli alleati.
«Non ci presenteremo come Fli, ma ci organizzeremo con liste civiche» ha anticipato Gianni Teodoro, confermando massima vicinanza al coordinatore nazionale del partito, Daniele Toto, «con il quale siamo tutti in piena sintonia». Ex assessore comunale nella giunta Mascia della prima ora e poi passato all’opposizione nel ruolo di consigliere provinciale, Teodoro si appresta a misurare una volta di più il suo peso elettorale con la consapevolezza di avere dalla sua il sostegno di un elettorato fedele, al punto da farlo risultare determinante in passato per il successo dello schieramento di appartenenza. Erano i tempi della Lista Teodoro, bagaglio arricchito oggi dall’esperienza con Fli, sigla che in consiglio comunale è cresciuta in tre anni con l’approdo di Massimiliano Pignoli, di Giuseppe Bruno, di Renato Ranieri (che un pensierino sulle primarie da sindaco lo sta facendo) e anche di Daniela Arcieri Mastromattei, consigliera più impegnata a destra ma che non ha esitato a prendere le distanze dalla coalizione di governo nel momento in cui non ne ha più condiviso le scelte.
«Per le elezioni regionali ci faremo carico di costruire una lista per metà, cioè ingaggiando una quindicina di candidati su trenta - ha spiegato Gianni Teodoro -. Costruiremo anche la lista per le amministrative, composta da nostri rappresentanti di spicco ma anche da chi in passato ha raccolto consensi, sfiorando l’elezione. Potrebbe trattarsi di una Lista del Presidente ovvero di una Lista del Sindaco, anche se il nome è ancora da decidere. Il nostro obiettivo - si sbilancia Teodoro - è di andare in doppia cifra, doppiando il 5% conseguito nel 2009 al Comune di Pescara» ha detto Teodoro, il quale esclude un impegno sui due fronti: «Non vedo praticabile una mia candidatura sia al Comune che alla Regione» ha chiarito. Quanto al candidato sindaco, niente nomi ma condizioni: «Valuteremo proposte e ambizioni per convergere sulla figura più spendibile. Aspettiamo di confrontarci con gli altri partiti». Una certezza, a dirla tutta, Teodoro ce l’ha: «Dove saremo noi, da subito o al ballottaggio, si vince perché saremo ancora una volta decisivi».