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Data: 11/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
All’aeroporto decollano i licenziamenti

Xpress manda a casa 13 neoassunti: «Non hanno superato il periodo di prova»

L’AQUILA Avrebbe dovuto fungere da pista di decollo non solo per gli aerei ma anche per l’economia aquilana, favorendo la ripresa e l’occupazione, scesa ai minimi storici nel capoluogo d’Abruzzo. Invece è diventata un’ennesima brutta pagina della storia dell’Aquila. Parliamo dell’aeroporto di Preturo intitolato a Giuliana Tamburro. La Xpress, società che gestisce lo scalo, ha licenziato tredici aquilani, che avevano ottenuto il contratto a tempo indeterminato. Con una raccomandata datata 3 gennaio 2014 l’amministratore della società Giuseppe Musarella ha comunicato la rescissione motivandola con «il mancato superamento del periodo di prova. Il recesso ha effetto immediato ai sensi dell’articolo 2096 del Codice civile». Poche righe, per dire che i tredici sono licenziati. I destinatari delle raccomandate sono sconcertati. Loro avevano creduto nel progetto della Xpress, nella possibilità di essere protagonisti di una realtà così importante. Un progetto che, in questi tempi bui, li avrebbe portati anche a raggiungere una stabilità economica importante. Formalmente il licenziamento è motivato da un’unica ragione, il non superamento del periodo di prova. Ma tutto fa pensare che la decisione sia la diretta conseguenza della chiusura dei rubinetti da parte della Regione, dopo che la società Xpress aveva mandato a lavorare fuori Abruzzo molti neoassunti (quasi tutti in realtà), che erano stati contrattualizzati grazie al bando «Lavorare in Abruzzo 3», esperito dalla Regione Abruzzo e concesso alla Xpress. Davanti alla scelta della società di inviare parte dei 60 assunti fuori Abruzzo, la Regione ha congelato il finanziamento. E ora la società calabrese ha licenziato tredici aquilani. Tutti gli altri assunti dalla Xpress sono al loro posto. Al momento gli altri vincitori del concorso non sono stati ancora raggiunti dalle lettere di licenziamento. Capitolo a parte è quello dei pagamenti. Stando a quanto si è potuto apprendere da chi si è trovato con la porta chiusa in faccia, all’appello manca ancora il versamento del mese di dicembre. Sembrerebbe infatti che dopo il primo stipendio relativo a novembre, fino a ieri, 10 gennaio, l’ultima mensilità del 2013 sia ancora latitante. Come dire, oltre al danno anche la beffa.

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