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Pescara, 17/12/2025
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Data: 11/01/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Tangenti a L'Aquila - Cialente pensa se lasciare Due giorni per decidere. Il sindaco incassa il sostegno dei suoi assessori che lo invitano a non mollare In caso di dimissioni via al commissariamento e a nuove elezioni a maggio

L’AQUILA Una riunione di giunta convocata in gran fretta dal sindaco Massimo Cialente per annunciare le sue dimissioni dopo un’altra notte insonne e l’attivo (la sera prima) del Partito democratico in cui accanto all’incitamento ad andare avanti è spuntato anche qualche mugugno. «L’immagine della città è compromessa e il mio rapporto con i cittadini si è incrinato». Così esordisce Cialente nella riunione con i suoi assessori, tenuta rigorosamente a porte chiuse (sbarrato anche l’ingresso all’ufficio di Gabinetto), che hanno cercato «di riportarlo alla ragione» evitando decisioni frettolose e dettate dall’amarezza del momento. Una riunione drammatica, a raccontarla con le parole dei presenti, con un Cialente apparso come un fiume in piena. E giù bordate contro l’intervento del ministro Trigilia «che ha voluto delegittimare me per giustificare poi il disimpegno del governo sull’Aquila. E credo che lo abbia fatto, cosa questa ancora più grave, sentendo anche il premier Enrico Letta». Un lungo sfogo, poi l’invito degli assessori, compatti nel riconfermargli il loro pieno e incondizionato sostegno, a non prendere decisioni affrettate. Detto e fatto. Riunione chiusa e giù sul piazzale del Comune per un’improvvisata conferenza stampa accompagnato dai suoi assessori più giovani Emanuela Di Giovambattista e Fabio Pelini, lì per affiancarlo e per ribadire che «la giunta gli ha chiesto di non dimettersi proprio per il bene della città». Cialente non si sottrae alle domande. Prende tempo sulle dimissioni, «due giorni di riflessione» e sull’ipotesi di azzeramento della giunta risponde con un «perché?. Io non sono quello che addossa ad altri responsabilità che non hanno. Il problema qui non è della giunta ma del mio rapporto con il governo e con la città». E sul cambio di passo richiestogli da qualcuno Cialente dice, riuscendo a tirar fuori ancora un pizzico di ironia: «Non so quale possa essere, forse mi si chiede di fare il passo dell’oca... ». Poi lancia dubbi sulla bufera giudiziaria che si è abbattuta sul Comune. Inchiesta nella quale sono rimasti coinvolti ex amministratori e figurano come indagati il vicesindaco Roberto Riga, che si è dimesso, e il dirigente Mario Di Gregorio, sospeso dall’incarico. «Abbiamo visto gli atti delle indagini e si stanno evidenziando cose che non collimano con i tempi di nomina di assessori o i ruoli». Poi Cialente saluta, si infila nella sua Panda e va via con Giovanni Lolli. Dimissioni sventate? Cialente, nel pomeriggio, lascia intendere che gli spazi per un ripensamento sono esigui. In caso di dimissioni (20 i giorni per poterle ritirare) si aprirà la strada al commissariamento e allo scioglimento del consiglio. Quindi le elezioni, il 25 maggio, abbinate alle Regionali e alle Europee. Cialente non potrà correre ancora per il Comune. Ma per l’Europa sì, come ipotizza qualcuno.

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