L’AQUILA Dalle carte dei pm Mancini e Picardi emerge che Tancredi avrebbe ottenuto tangenti per complessivi 253 mila euro (di cui 200 mila in Map); Vladimiro Placidi 24 mila euro; Pasqualino Macera, 60 mila euro; Daniela Sibilla, 12 mila euro; Roberto Riga 10 mila euro, per un totale di 359 mila euro sui 450 mila promessi. Le somme promesse erano pari alla somma di 7.200 euro mensili per una durata di 12 mesi e un totale di 86.400 euro oltre alle percentuali su ogni singolo lavoro procurato, variabili in relazione all'importo dei lavori.
Sul fronte difensivo, il primo a presentare ricorso presso il Tribunale della Libertà avverso l'ordine di perquisizione avvenuto nel proprio ufficio comunale, Mario Di Gregorio, dirigente comunale, attraverso i legali, Massimo Manieri e Stefano Rossi. Lunedì mattina , salvo imprevisti, fissati gli interrogatori delle persone indagate nell'inchiesta: Roberto Riga, Mario Di Gregorio e Macera, asssititi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Nevio Carugno del Foro di Roma, Massimo Manieri, Stefano Rossi e Gian Luca Totani.
Nulla si sa sugli interrogatori di garanzia invece delle quattro persone finite agli arresti domiciliari: Pierluigi Tancredi (assistito da Maurizio Dionisio); Daniela Sibilla (assistita da Stefano Rossi); Vladimiro Placidi (assistito da Fabio Alessandroni) ed infine Pasqualino Macera (assistito da Antonino Macera del Foro di Teramo). Fuori dagli interrogatori anche l'altro imprenditore indagato: Daniele Lago (assistito da Massimo Carosi) le cui dichiarazioni rese dinanzi ai pubblici ministeri in sede di indagini preliminari (il Gip è Giuseppe Romano Gargarella) hanno dato un'accellerata all'inchiesta che ha portato all'emissione delle quattro ordinanze di custodia cautelare «a tempo» (della durata cioè di 15 giorni per motivi legati all'acquisizione di documenti) dei domiciliari.