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Pescara, 17/12/2025
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Data: 11/01/2014
Testata giornalistica: La Stampa
Il Tar: il Piemonte torni a votare. E La Lega va in piazza con Cota per contestare il “golpe rosso”

Le barricate di carta, cioè il ricorso al Consiglio di Stato, sono affidate ai legali di Roberto Cota e di tutto il centrodestra. L’idea di mobilitare la piazza, invece, è del lider maximo della Lega Nord, quel Matteo Salvini, che da Milano, spara a zero contro magistrati e sinistra: «Nello stesso giorno, salta la giunta leghista e viene assolto il comunista: ci dicano che nelle schede elettorali deve esserci solo il simbolo del Pd, così ci mettiamo in cuore in pace, deve vincere la sinistra». Ogni riferimento a Sergio Chiamparino è, naturalmente, voluto visto che l’ex sindaco di Torino e, probabile candidato del centrosinistra è uscito dall’indagine della Procura di Torino sulle irregolarità nella gestione dei locali dei Murazzi. E dunque visto che la Lega è sotto attacco di «giudici, giornalisti e comunisti», Salvini decide di trasformare la manifestazione dei giovani padani ai caselli delle autostrade contro il caro-pedaggio in una marcia nel centro di Torino al grido «Giù le mani dalla Lega, giù le mani dal Piemonte».



Maggioranza compatta

Idea che viene raccolta e apprezzata dagli alleati: «Oggi in piazza ci sarà tutto il centrodestra del Piemonte», annuncerà più tardi il Matteo padano. Appuntamento alle 17 sotto la sede del Consiglio regionale e poi fiaccolata fino alla Prefettura. In tutti questi giorni Salvini si è sentito spesso con il governatore del Piemonte e ieri lo ha confortato e appoggiato. La linea è quella di dimostrare l’unità del centrodestra al di là delle spaccature nazionali. E così alla conferenza stampa convocata nella sede del governo regionale, accanto al governatore in giacca e cravatta blu e con il viso tirato si schierano l’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera (Forza Italia), il deputato Enrico Costa, coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra e anche Agostino Ghiglia, responsabile di Fratelli d’Italia.



«Una cosa da matti»

Tutti insieme perché, come spiega Cota «questa sentenza è una vergogna che colpisce i piemontesi, una cosa da matti, da quando sono stato eletto sono oggetto di una persecuzione senza pari». Ritorna la tesi del complotto evocata in questi anni e che da Torino e rimbalzata fino a Milano - «Questo è un attacco alla democrazia. Altro che mutande! Forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in regione Piemonte», spara Salvini - per poi ritornare a Torino: «La sinistra ricorre ai soliti metodi, vuole sovvertire l’esito del voto usando l’arma giudiziaria». Ecco perché «Chiederò giustizia, giustizia vera, ricorrendo al Consiglio di Stato».



Parla Berlusconi

La Lega non può permettersi di perdere il Piemonte e lo fa diventare un caso nazionale anche con l’aiuto di Gilberto Pichetto, coordinatore regionale di Forza Italia ieri a Roma per incontrare Berlusconi. E il Cavaliere appoggia la decisione di resistere ad una sentenza che definisce ingiusta. Non si molla, dunque: oggi la Padania esce in prima pagina con un titolo secco: «Golpe rosso». E Cota fa sapere che «continuerò a governare mentre c’e gente, lautamente pagata, che lavora solo per distruggere».



«Puniti perché abbiamo toccato troppi interessi»

Cota non si capacita dei tempi lunghi di una sentenza che oltretutto precipita nel momento più delicato per il Piemonte: «Evidentemente c’è chi vuole gettarlo nel caos, ed evidentemente abbiamo toccato troppi interessi». E comunque «chi canta vittoria ora dovrebbe rendere conto della irregolarità delle liste che l’ hanno appoggiata». Il riferimento è per Bresso e per la lista pensionati ed Invalidi che il Gip di Torino ha cancellato dalle elezioni 2010 per firme false. Lo sfogo nella sede della Regione non prevede risposte alle domande dei giornalisti ma poi arriva la scelta di parlare in tv: «Non vedo come il Consiglio di Stato possa confermare una sentenza come questa. Qui c’è un governo intero che deve funzionare, c’è un programma da portare avanti. Ma in quale Paese del mondo dopo quattro anni vengono annullate le elezioni?».

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