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Data: 11/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Abu Dhabi vuole anche Adr dopo Alitalia. Nel mirino la società dei Benetton che gestisce l’hub di Fiumicino

ROMA Non c’è solo la partita Alitalia da chiudere. Gli emiri di Abu Dhabi stanno lavorando ad un doppio colpo in Italia: da un lato la compagnia tricolore, ormai pronta per convolare a nozze, dall’altra l’ingresso in forze anche in Adr, la società che gestisce l’hub di Fiumicino. Un’avanzata in parallelo per mettere radici in Europa e sferrare da Roma l’attacco alle compagnie del Vecchio Continente. A frenarne le mire, ma non è novità, è solo un quadro politico e normativo non certo stabile che spinge gli uomini di Etihad e quelli del fondo sovrano, l’Abu Dhabi Investment Authority, a muoversi con la massima cautela. Del resto proprio il labirinto dei regolamenti e l’oggettiva complessità del sistema Italia hanno consigliato a una altro colosso del Golfo, Qatar Airways, a girare al largo, pur avendo studiato a lungo la pratica Alitalia se non altro per marcare stretti i competitori.
DOPPIO PIANO

Nonostante le ingenti munizioni finanziarie, Abu Dhabi non ha intenzione di fare regali a nessuno. Piuttosto, nei continui contatti avuti con il vertice di Alitalia, gli emissari del governo Letta e quelli inviati dai Benetton (che possiede Adr e una quota importante di Alitalia) hanno ribadito che l’interesse per i due asset è reale, ma che alcune condizioni non sono derogabili. Su Alitalia il percorso indicato è noto. Serve un aiuto concreto da parte delle banche italiane sul debito, mentre i sindacati devono accettare sacrifici e tagli robusti senza creare problemi. Del resto proprio Giovanni Castellucci, ad di Atlantia cha ben conosce i manager di Etihad, li ha definiti molto preparati e sofisticati. «La scelta araba - ha ribadito ieri a Radio24 - è la migliore soluzione percorribile per Alitalia». Non solo per l’elevato «livello di qualità», ma per il fatto oggettivo che hanno acquistato una quota consistente di aerei che indica come «il mondo oggi sta andando in quella direzione».
Dunque, sotto traccia procede anche la trattativa sul fronte Adr, sebbene un importante studio legale avrebbe già in mano la road map per chiudere in fretta il dossier con i Benetton. Le due questioni sono ovviamente legate. Se Etihad diventerà il partner industriale di Alitalia, scatterà anche la fase due. Con l’arrivo dei soci del Golfo nel capitale di Adr. La quota - al momento da definire - dovrebbe comunque consentire di avere voce in capitolo.
Abu Dhabi Investment Authority, un colosso con miliardi di dollari a disposizione, non è infatti disposto ad entrare in gioco senza poter incidere sulle scelte di quello che considerano la «porta per l’Europa». Fiumicino rappresenta infatti per Etihad una testa di ponte per intercettare passeggeri e fatturato, facendo compiere un salto di qualità decisivo nello scacchiere internazionale del trasporto aereo. Ovviamente a patto che lo scalo romano recuperi terreno ed efficienza, colmando il gap che lo separa dagli altri aeroporti continentali. Sul punto è d’accordo Castellucci: «Fiumicino può essere l'hub e può diventare ponte per i mercati europei». Quanto al raddoppio, spiega, «si farà quando sarà necessario e in funzione dell'aumento del traffico». Quando cioè Alitalia ed Etihad saranno finalmente sposi.

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