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Data: 13/01/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Le dimissioni del Sindaco Cialente - Pressing per convincere Cialente a restare. Dimissioni formalizzate «L’ultimo atto di fedeltà» vertice fiume in Comune. Legnini: «È onesto, ci ripensi». Sgarbi: «Addio inevitabile»

L’AQUILA «Sono dimissione vere». Con queste parole Giovanni Lolli ha aperto il vertice di maggioranza fiume che si è tenuto ieri mattina teso a provocare uno scatto di orgoglio in città che forse «non si rende conto del salto nel buio». Mentre assessori, consiglieri e segretari dei partiti di maggioranza (anche Angelo Mancini) discutevano sul da farsi, il sindaco Massimo Cialente era in «incognito» nel suo ufficio per riprendere le sue cose e depositare all'ufficio Protocollo la sua lettera di dimissioni. «L'ultimo atto amministrativo di fedeltà all'impegno assunto» si legge nella lettera ufficiale di dimissioni.
REGGENZA ALLA LEONE
Prima di formalizzare l'atto, il dimissionario ha nominato vice sindaco Elisabetta Leone (assessore più anziano), che subentra a Roberto Riga che si era dimesso venerdì scorso. «È un incarico che non avrei voluto avere - ha commentato la Leone - la carica durerà solo 20 giorni. È un servizio per la città. Il sindaco è molto determinato pertanto non credo che intenda tornare indietro».
VIA DA FACEBOOK
Un'altra giornata dura per Massimo Cialente, dopo la giunta in notturna tenuta a casa sua fino a tarda ora, di buon mattino ha eliminato il suo profilo Facebook, mentre il suo telefono è stato inondato da sms e dalle telefonate di solidarietà «romane»: Gianni Letta (non Enrico), Gianni Cuperlo, il sottosegretario Patroni Griffi. Uscendo dai suoi uffici con le borse in mano prima di pranzo, il sindaco, ribadendo di non «voler tornare indietro», ha auspicato che la maggioranza chieda la testa del ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia. «Ho chiuso definitivamente con la politica - ha detto -, dalle 13 di oggi sono un libero cittadino, sono un medico della Asl, un pò anziano, che domani va a lavorare in ospedale negli orari normali, non in quelli strani di quando ero sindaco. Ho smontato tutto e domani porto via le mie cose. Questo non è un Paese per gente come me, che sono un Forrest Gump. Come ha detto mio figlio andrò avanti a testa alta e passerò alla storia per essere stato l'unico sindaco in Italia a essersi dimesso per un avviso di garanzia».
LA MOBILITAZIONE
Mentre Cialente rendeva queste dichiarazioni la maggioranza invece era al lavoro per centrare l'obiettivo di un «effetto Lazzaro». A guidare il vertice è stato Giovanni Lolli che continua ad essere al fianco di Cialente: «Dopo aver manifestato la nostra solidarietà umana e politica al sindaco, abbiamo deciso di avviare subito una campagna di ascolto in città - ha riferito Enrico Perilli Prc - per vedere chi sta con Cialente». In una nota i consiglieri hanno detto che non si è affatto parlato di candidature per il dopo-Cialente. La «speranza», ora, è che il fuoco incrociato amico fra L'Aquila e Roma possa far tornare Cialente in municipio. Avrà 20 giorni per pensarci, ma ovviamente l'effetto Lazzaro dovrà essere tangibile subito. «Il Pd farà la propria parte - ha ricordato Lolli - Faremo in settimana una manifestazione di aquilani a sostegno di Cialente. Non si può essere solidali solo con i messaggini».
LA MANIFESTAZIONE
Si tratta di una sorta di contro-manifestazione di risposta a quella di piazza Duomo dal titolo «dimettiamolo». Per il sindaco è il caso che siano gli aquilani ad accompagnare la delegazione del governo, per chiedere i soldi e non far fermare la ricostruzione. Basterà tutto ciò per resuscitare Lazzaro?

Legnini: «È onesto, ci ripensi». Sgarbi: «Addio inevitabile»

L’AQUILA Al sindaco ieri è giunta la solidarietà «politica e personale» anche del sottosegretario Giovanni Legnini: «Massimo Cialente è persona e sindaco onesto che ha dato tutto se stesso alla causa della tragedia aquilana ricevendo attacchi ingiustificati - scrive in una nota - Dobbiamo agire perché entro i prossimi 20 giorni sia messo nelle condizioni di riflettere sulla sua sofferta decisione, revocando le dimissioni e riprendendo il lavoro di cui ha urgente bisogno la città dell'Aquila. D'accordo con il sindaco e l'amministrazione aquilana, con Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli, eravamo impegnati ad individuare percorsi e soluzioni per ottenere i necessari ulteriori stanziamenti per non arrestare o rallentare il cronoprogramma della ricostruzione, anche assumendo iniziative in sede europea, con il pieno sostegno del Governo che è stato infondatamente criticato. Il Governo Letta non ha lasciato e non lascerà mai soli gli aquilani». A questo proposito Legnini ha snocciolato le cifre: in otto mesi sono stati stanziati 1,8 miliardi di euro, «tutti impegnabili, garantendo i flussi finanziari per le attività in corso, sbloccando i 100 milioni destinati allo sviluppo, garantendo le risorse destinate ai bilanci dei comuni, completando procedure e assunzioni per gli uffici speciali e prorogando i precari».
Dal governo arriva anche la voce di Filippo Patroni Griffi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Prendiamo atto con rammarico delle dimissioni del sindaco Cialente che invitiamo a tornare sulle sue decisioni. In ogni caso il governo proseguirà il suo impegno per L'Aquila, i suoi cittadini e la ricostruzione del dopo terremoto».
Di parere opposto Vittorio Sgarbi, che più volte ha visitato la città, anche dopo il terremoto: «Le dimissioni di Massimo Cialente erano inevitabili» ha detto a Isernia, a margine della presentazione del suo ultimo libro «Il Tesoro d'Italia». «Se, con il vicesindaco, la Giunta all'Aquila è in quelle condizioni, anche ammesso che i magistrati abbiano esagerato, il sindaco - ha affermato Sgarbi - è in qualche modo responsabile delle deleghe che ha dato. Bene ha fatto a dimettersi».
Gilda Panella, coordinatrice provinciale delle Democratiche, interviene «chiedendo con forza al sindaco Massimo Cialente di tornare sui suoi passi». «Comprendiamo - dichiara la portavoce - la rabbia determinata dalla mancanza di fondi destinati alla ricostruzione e l'amarezza per i recenti avvenimenti che, è comunque bene sottolineare, non coinvolgono direttamente nè il sindaco nè la stragrande maggioranza della giunta; persone per bene e capaci chiamate, da anni, ad affrontare una condizione straordinariamente complessa».
«Una lottizzazione senza scrupoli quella che emerge dall'inchiesta sull'Aquila. I fari tornano ad accendersi sulla città non per risvolti positivi, come la sua ricostruzione, ma per appalti, soldi e giri di potere. Ecco allora che come Italia dei Valori sentiamo la necessità di intervenire». Lo afferma, in una nota, il segretario nazionale Idv, Ignazio Messina, annunciando: «A seguito dei recenti sviluppi, vergognosi, apriremo con il gruppo IdV dell'Aquila e il segretario regionale Mascitelli un presidio di legalità».

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