TERAMO Sarà una tornata elettorale molto importante quella del 25 maggio in provincia di Teramo, e non solo perché il teramano Gianni Chiodi si giocherà la riconferma a presidente della Regione. Si vota, infatti, nella città capoluogo e in quattro dei sette comuni della costa, a partire da Giulianova. A Teramo città un ex assessore di Chiodi sindaco, Maurizio Brucchi, corre per la riconferma da sindaco e parte con i favori del pronostico. Nel vasto fronte di centrodestra che lo sosterrà spicca l’ingombrante lista messa su da Paolo Gatti, già ora molto influente sull’amministrazione comunale. E il centrosinistra? Causa incertezze, indecisioni e rinunce, non ha ancora un candidato sindaco. Ma potrebbe essere guidato da Manola Di Pasquale del Pd: che sarebbe la prima candidata sindaco donna nella storia di Teramo. Nell’antica Interamnia, come in altri centri della provincia, affilano le armi i grillini e liste civiche che si propongono come alternative ai partiti tradizionali, ma è difficile ipotizzare che saranno componenti decisive. A Giulianova, al contrario che a Teramo, il centrosinistra è favorito anche se il sindaco uscente Francesco Mastromauro non ha ancora sciolto la riserva: si ricandiderà o punterà alla Regione? Il centrodestra, o almeno parte di esso, si gioca un nome nuovo: Fabrizio Retko. A Silvi, dove il sindaco uscente Gaetano Vallescura (ex Pdl) si è già dimesso per candidarsi alla Regione, il suo vice Enrico Marini sfiderà un centrosinistra voglioso di riscatto. A Pineto, comune commissariato per la caduta di Luciano Monticelli del Pd (che sarà candidato alla Regione), si attendono le primarie tra i candidati democratici Robert Verrocchio e Cleto Pallini. Tortoreto vive la strana situazione di un sindaco uscente (Gino Monti, centrodestra) pronto a ricandidarsi ma insidiato dal giovane rampante Francesco Marconi: potrebbe finire che si candidano entrambi, mentre sulla sponda opposta il Pd rispolvera lo storico ex sindaco Flaminio Lombi. Tra gli altri comuni al voto spiccano Mosciano, Sant’Egidio e Montorio. Si sarebbe dovuto votare anche per la Provincia, che però – salvo nuovi ribaltoni – sarà commissariata in attesa di diventare ente di secondo livello (con amministratori nominati e non eletti). Il presidente uscente Valter Catarra è papabile per la Regione, ma dice di non voler candidarsi.