L’AQUILA Giovani e diversamente giovani della new generation del Pd guardano già al dopo Cialente, le schegge impazzite del partito salgono sul palco e vanno in scena. L'immarcescibile consigliere democrat, Antonello Bernardi, dopo aver chiesto l'azzeramento della giunta al sindaco nella prima riunione del Pd, sabato pomeriggio si è recato alla manifestazione anti-Cialente dell'assemblea, accolto con fischi e critiche; infine, non pago, ha partecipato anche al vertice di maggioranza di ieri, scatenando l'ira di molti colleghi politici. Il caso comunque, sarebbe risolto, Bernardi in questo momento sembra essere l'ultimo dei problemi per il Pd. Votare a maggio sarebbe una catastrofe per la maggioranza, si rischierebbe di avere una città di candidati fra comunali, regionali ed Europee in un clima di campagna elettorale permanente che non farebbe bene alla ricostruzione. Dal canto proprio Giovanni Lolli, visto come l'erede naturale dallo stesso Cialente («Per me è un fratello, l’unico capace») sullo scranno di primo cittadino, si tira fuori e smentisce ogni possibilità di candidarsi a sindaco. Del resto sarebbe in ballo un mezzo impegno per le regionali e il ticket con Luciano D'Alfonso. Tutto ciò resta valido sempre che resti l'ex sindaco di Pescara il candidato presidente della Regione. Esisterebbe un piano B che potrebbe coinvolgere la senatrice Stefania Pezzopane, un vero jolly politico in questo momento che potrebbe magari essere giocato anche per le comunali alla luce del fatto che il suo mandato alle politiche sarebbe appeso ad un filo. Nel mazzo c'è anche Alfredo Moroni.