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Data: 31/01/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Chiodi si fa in quattro «Ecco tutta la verità» Il governatore: avanti verso le elezioni «Non ho mai usato i soldi dell’Abruzzo»

TERAMO Una storia boccaccesca, passando per Ludovico Ariosto, che vede al centro dell’attenzione la stanza 114 dell’albergo Sole, a Roma, vicino al Pantheon. Un albergo che nel Rinascimento si chiamava Locanda del Montone e che in quelle stanze vide soffermarsi, per più notti, Ludovico Ariosto, nel 1513, quando andò a Roma per omaggiare il nuovo Papa, Leone X, con la speranza di ottenere un’importante carica ecclesiastica. E ancora oggi, all’esterno dell’albergo, una targa ricorda quel passaggio.

Gli incarichi passano per quell’albergo, anche se Gianni Chiodi ha negato di aver influito nella nomina a consigliera di parità, verso la donna che con lui ha trascorso quella notte clandestina.

E la consigliera di parità dopo aver rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano ha visto la sua foto e il suo nome divulgato su alcuni siti internet. Le coordinate delle date delle delibere del bando e il ruolo di professoressa non potevano che condurre a Letizia Marinelli che al giornalista del Fatto ha raccontato la sua versione, tutelando se stessa e lasciando alla deriva Gianni Chiodi. Forse colpevole, il presidente della Regione di averla definita «una debolezza», quando ha deciso di confessare la scappatella extraconiugale.

Si sente vittima Marinelli e lo dichiara nell’intervista. «È singolare che chiedano soltanto le mie dimissioni: come mai non chiedono anche quelle del governatore? Faccio sommessamente osservare che sono coinvolta - e a questo punto vittima - in una situazione che, per quanto riguarda me, non comporta alcuna responsabilità penale. Vorrei ricordare che l'adulterio non è più considerato reato e per le considerazioni morali rispondo solo alla mia coscienza e alla mia famiglia. Però mi rendo conto della cultura che ancora domina in questo Paese». Una scelta precisa quella di scegliere Il Fatto Quotidiano, che ha attaccato Chiodi, piuttosto che il Corriere, dove Chiodi ha messo in piedi la sua difesa e il suo pentimento.

Donna attaccata dalle donne della Commissione pari opportunità, che non l avorrebbero più tra loro. Nessuna solidarietà, manco quella femminile. Ma lei rimarrà al suo posto.

Anche perché lei e Chiodi sono concordi sul fatto che non ci sono state influenze e agevolazioni per quell’incarico da poche decine di euro al mese. «Assolutamente no. Non ne avevo alcun bisogno. La selezione è avvenuta pubblicamente vagliando i titoli e i curricula delle candidate. Una commissione esterna ha selezionato una rosa che poi è stata rimessa alla giunta regionale, per la valutazione, quindi inviata al ministero per la nomina. Nessuna delle mie concorrenti poteva vantare tra i titoli, un insegnamento universitario nella disciplina delle pari opportunità». E alla domanda su quanto guadagna risponde: «Di certo non mi arrichisco: La mia indennità è di 180 euro lordi al mese. Ai quali vanno aggiunti di volta in volta 30 euro come gettone di presenza».

Chiodi si è chiuso nel riserbo più assoluto sulle vicende personali. «Non vogliamo più parlare delle questioni private». E annuncia le sue quattro verità. «Non ho causato alcun danno alla Regione Abruzzo. Questo deve essere chiaro. Anzi, in questi anni Giunta e Consiglio hanno fatto un lavoro straordinario in condizioni difficilissime». E continua: «Le questioni legate alla mia sfera personale privata, che ho voluto ammettere per lealtà, non mi hanno condizionato in alcun modo nelle scelte di governo». Sottolinea anche la questione dei soldi. «Non un solo euro è stato distratto per fini personali e presto sarà dimostrato. Oggi sono in grado di dire che restituisco agli abruzzesi una regione migliore». Chiodi chiude il quarto punto sui commenti di questi giorni. «I giudizi a volte severi, disapprovazioni ma anche sentite manifestazioni d’affetto e di vicinanza che mi hanno sommerso in questi giorni mi danno ancora più forza e più determinazione per condurre una campagna elettorale che, se queste sono le premesse, sarà una vera battaglia che condurrò con tutte le mie energie e con a fianco tutto il popolo di centrodestra».

Nel web sdi legge di tutto, le sue quotazioni sono in picchiata. La situazione è complessa. Ma sia lui che Marinelli sono convinti di continuare a lavoare. Senza dimissioni.

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