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Pescara, 16/05/2025
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Data: 01/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Rimborsopoli d'Abruzzo - Dimissioni e smentite. Il silenzio di Chiodi fa parlare i sondaggi

TERAMO Non c’è più il brano musicale per augurare la buonanotte agli amici di facebook, non ci sono più dichiarazioni ufficiali. Il presidente della Regione Gianni Chiodi ha ufficialmente chiuso ogni tipo di comunicazione. Prepara il confronto con i magistrati, in programma martedì prossimo. un silenzio assoluto che di fatto smentisce la voce di dimissioni imminenti che ieri ha cominciato a girare in maniera consistente. Persone vicine al presidente della Regione hanno confermato la volontà, già dichiarata da Chiodi nei giorni scorsi, di voler continuare, puntando sul lavoro svolto e sui risultati ottenuti, di ricandidarsi alla presidenza della Regione. Certamente a livello di comunicazione anche i sostenitori di Chiodi farebbero meglio a imitare il suo silenzio, invece la contrapposizione sul web diventa incandescente e,in certi casi, anche controproducente.

Le dimissioni di Chiodi sono attese da chi vorrebbe cambiare completamente pagina dopo lo scandalo della Rimborsopoli abruzzese. E la richiesta di dimissioni verrebbe confermata da un sondaggio realizzato dalla testata online «Primadanoi». Otto abruzzesi su dieci vorrebbero le dimissioni. Un sondaggio a cui hanno partecipato circa tremila persone. E se le azioni di Chiodi sono in ribasso lo dimostra un lavoro sotterraneo dentro la coalizione di centrodestra tesa a non farsi cogliere impreparata in caso il Governatore decidesse all’improvviso, senza preavviso, di abbandonare il suo ruolo politico. L’unica alternativa al momento, per una candidatura alla presidenza della Regione, sarebbe quella dell’ex presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa. Una proposta che però non verrebbe digerita facilmente dagli esponenti di Forza Italia che non vogliono Testa neanche alla alla guida del Comune di Pescara.

E la prima ad essere stata ascoltata dai magistrati sulle richieste di rimborsi è stata la consigliera regionale di Scelta Civica, Nicolettà Verì. «Ho chiesto ed ottenuto di poter chiarire la mia posizione davanti ai magistrati inquirenti per la vicenda “rimborsopoli”. Sono sono stata ascoltata e credo di aver fugato i dubbi sulla mia posizione». La presidente della V commissione Affari Sociali e Tutela della Salute della Regione Abruzzo ribadisce la sua posizione. «Sentivo la necessità fisica – ha aggiunto – per rispetto alla mia storia ed ai miei elettori, di far chiarezza da subito su quanto accaduto. L’incontro che ho sostenuto mi ha permesso di trovare conferme alla mia fiducia nell’operato dei magistrati. Purtroppo - ha detto con una punta di amarezza - l’avviso di garanzia viene recepito come una condanna “in fieri” e non come un atto dovuto per poter indagare sull’azione di un individuo. Conto, però, di uscire presto ed a testa alta da questa situazione. Ringrazio - ha concluso Nicoletta Verì - le tantissime amiche ed amici che in questi giorni mi hanno testimoniato solidarietà, vicinanza ed affetto. A loro dico che la fiducia è ben riposta e ciò sarà dimostrato a breve». In procura martedì scorso era andato anche il consigliere Carlo Costantini, già sfidante di Chiodi alla presidenza della Regione e oggi esponente del Movimento 139, che sulla sua pagina facebook ha scritto: «sono onesto ed ho avuto da temere. Non basta più essere onesti per non avere più da temere!»

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