L’associazione On The Road torna a lanciare l’allarme «Queste persone devono essere seguite perché alcune di loro hanno problemi psichiatrici e sanitari»
PESCARA I barboni sono ancora lì, nel sottopasso che congiunge l’area di risulta e via Ferrari, passando davanti alla sede del Dopolavoro ferroviario, e sul marciapiede, sotto alla tettoia, all’ingresso del tunnel. Il tutto a due passi dalla stazione, della quale Rfi (Rete ferroviaria italiana) ha disposto la chiusura dalle 23 e 15 alle 4 e 45, impendendo di fatto il riparo ai clochard all’interno dei locali. Ma il bivacco, come testimoniato dal Centro la settimana scorsa, continua, con tutte le problematiche di ordine pubblico, sanitarie e sociali che la situazione comporta. Dopo il primo incontro in prefettura, tra alcune associazioni quali la Caritas, la Croce rossa e l’associazione On The Road, oltre a rappresentanti del Comune, nel quale si è deciso di effettuare un censimento degli homeless, dei senzatetto, una seconda riunione è stata fissata per il 6 febbraio. L’altro ieri notte le temperature erano più alte di quelle registrate la settimana scorsa, quando i gradi oscillavano tra i 7 e gli 8, mentre giovedì si altalenavano tra i 12 e i 13. Ma la pioggerellina, per la ventina di persone presenti, avvolti nei soliti stracci, come percezione, faceva segnare molto meno. La novità è che è scomparsa la tenda da campeggio, come pure la persona che pernottava all’addiaccio su una sedia a rotelle. «Noi non abbiamo un dormitorio», ha detto ieri il direttore di On The Road, Antonello Salvatore, che con Train de vie, l’associazione che ha sede a pochi metri dalla stazione, in via Ferrari, ogni mattina, sforna decine di colazioni proprio per i senzatetto. «E dunque per la notte non li possiamo ospitare. Ma questa è una situazione che va risolta, perché non si può andare avanti con delle soluzioni tampone. Queste persone devono essere seguite, perché alcune hanno dei problemi psichiatrici e socio-sanitari». «Occorrono degli esperti che se ne occupino. E poi», aggiunge Salvatore, «ci sono intere famiglie di rumeni, con bimbi piccoli, le quali, visto che nei dormitori sono presenti i maschi, non vogliono separarsi con gli uomini da una parte e le donne dall’altra. Come dare loro torto? Io so poi che ci sono situazioni dove sono stati violati dei diritti. Ad esempio, mi risulta che nel gruppo ci sia un cittadino afghano che ha chiesto e ottenuto, dopo un viaggio a piedi durato più di un anno, asilo politico in Italia. Ma vive qui senza un tetto. Comunque la situazione è intollerabile, anche alla luce del fatto che già da stasera (ieri, ndr), sembra che le temperature siano destinate ad abbassarsi».