PESCARA «Però ditelo che siete stati voi a cercarmi, non voglio passare per il salvatore della patria, né essere il termine di paragone di tutti. Io avrei anche fatto a meno di parlarne». Giandonato Morra, assessore ai Trasporti della giunta Chiodi ed esponente dei Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, è l'unico a non aver ritirato nel 2009 la carta di credito della Regione con un plafond di 5mila euro per le spese istituzionali e di rappresentanza. Non solo, non ha mai chiesto nessun rimborso per le sue trasferte. Consumazioni al bar, hotel, ristoranti, stazioni di servizio: il conto lo ha sempre pagato di tasca propria. Ma ora, nel pieno della Rimborsopoli aperta dalla Procura di Pescara, quasi si vergogna di parlare di questo singolare primato. Il colmo.
Iniziamo da qui: perché rifiutò di ritirare la carta di credito ad inizio mandato?
«Non c'è nessun motivo particolare: non mi serviva. La mia fu una scelta soggettiva che non getta certo discredito su chi invece ha usufruito di questo diritto. Non ho mai avuto la carta di credito e non ho mai chiesto rimborsi per le missioni istituzionali».
Vuol dire che quando si recava fuori dall'Abruzzo pagava tutto di tasca propria, anche le spese di viaggio?
«Guardi, qualche volta mi è capitato di viaggiare con l'auto della Regione, altre con la mia Mondeo».
E i costi di hotel e ristoranti?
«Sempre di tasca mia. Chiariamo, vado a Roma almeno una volta ogni dieci giorni ed è sempre una corsa da un ufficio all'altro, da un Ministero all'altro. Ditemi voi chi ha il tempo di andare al ristorante».
Ma lei è stato anche in Molise e nelle Marche per le questioni legate all'alta velocità ferroviaria che esclude l’Abruzzo. Anche lì avrà sostenuto delle spese.
«Sì, mi sarà capitato di pranzare al ristorante: qualche volta pagavo io, qualche volta ero ospite. Nelle Marche, dove mi sono recato per incontrare l'assessore ai Trasporti, ho mangiato un tramezzino al bar della Regione».
Ha mai calcolato quanti soldi ha lasciato nelle casse della Regione in questi anni per non aver richiesto i rimborsi che le erano dovuti?
«Mah, non saprei. In tutto saranno stati mille o duemila euro...».
E adesso cosa pensa di questa inchiesta sui rimborsi gonfiati?
«Sono sicuro che già nei prossimi interrogatori le persone coinvolte riusciranno a chiarire tutto. Resto al fianco di Chiodi, che andrebbe giudicato per l'opera di risanamento fatta in Regione. Piuttosto, mi sembra che questa inchiesta abbia finito con l'oscurare i fatti ben più gravi accaduti all'Aquila e di cui non parla più nessuno».