«Dove possiamo volgere lo sguardo per far crescere le nostre aziende, se non dall’altra sponda dell’Adriatico?». Gianni Legnini non ha dubbi sulle grandi potenzialità del porto di Ortona all’interno di quella che la politica e la diplomazia hanno definito ’la macroregione adriatico-ionica’, ovvero quell’insieme di regioni di otto Paesi che si affacciano sui due mari che stanno a Est dell’Italia, per complessivi 57 milioni di abitanti. «Sono popoli accomunati da un territorio omogeneo, vista la prossimità allo stesso mare, ma del tutto disomogeneo per quel che riguarda lingua, storia e politica, ma ora dobbiamo accentuare il processo di integrazione .Nel semestre di presidenza italiana della Ue», ha proseguito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, «il tema della macroregione verrà rilanciato con forza e l’Abruzzo deve farsi trovare pronto, non distratto com’è accaduto finora». In pratica l’Adriatico può diventare il teatro ideale per rilanciare l’economia abruzzese e il porto di Ortona dev’essere l’infrastruttura su cui puntare, trasformandolo nella ’Porta dell’Est’, come recitava il titolo di un affollato convegno tenuto ieri sera al Polo Eden, concluso da Legnini dopo gli interventi di Antonio Nervegna, del sindaco di Ortona, Vincenzo D’Ottavio, dell’ambasciatore Pigliapoco, del consifliere della Farnesina, Vitolo e dei rappresentanti di grandi aziende e associazioni imprenditoriali, questi ultimi coinvolti in una tavola rotonda moderata dal direttore del Centro, Mauro Tedeschini. D’Ottavio ha assicurato che è in dirittura d’arrivo il piano regolatore portuale che Ortona aspetta dal 1969: «Non è possibile che per spedire le merci le grandi aziende di questo territorio debbano rivolgersi ad altri scali: la Fiat Sevel per i Ducato si serve di Napoli, mentre la De Cecco per la pasta va addirittura in Calabria. Ma servono investimenti, anche per il dragaggio». Per gli operatori portuali è intervenuto tra gli altri Giampaolo Polichetti della Grimaldi, che ha sottolineato come uno sviluppo dello scalo ortonese potrebbe portare anche una buona ricaduta occupazionale: «Queste sono attività labour intensive, come dimostrano le ultime iniziative che abbiamo avviato con base a Ravenna». Il presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera, ha insistito sulla necessità di non disperdere gli investimenti , puntando sulle infrastrutture veramente strategiche. Come, appunto, Ortona