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Pescara, 16/05/2025
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Data: 01/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Privilegi della casta: è ora di darci un taglio

PESCARA Abolire i doppi vitalizi, riducendo i privilegi del ceto politico. Lo chiede la Cna abruzzese al Consiglio regionale, che da mesi - sostiene l'associazione degli artigiani presieduta da Italo Lupo - evita «accuratamente di votare il disegno di legge presentato da Maurizio Acerbo». Eppure, afferma il direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, «continua a essere sotto gli occhi di tutti la distanza enorme che separa i palazzi della politica, con il loro corredo di privilegi inaccettabili, dalla vita delle persone normali, delle famiglie e delle imprese. Distanza che qualche gesto dall'alto valore simbolico, come l'abolizione delle indennità maturate dopo pochissimi anni di versamenti contributivi, potrebbe almeno in parte accorciare».

Secondo Di Costanzo «la dignità della politica vorrebbe che, all'indecente balletto di rinvii, fosse messa finalmente la parola fine, attraverso una chiara assunzione di responsabilità». Proprio l’altroieri il consigliere regionale del Prc-Sinistra Europea Maurizio Acerbo aveva invitato il governatore Gianni Chiodi e la sua maggioranza ad approvare, nel prossimo Consiglio regionale, la sua proposta di legge che prevede appunto il taglio netto delle retribuzioni dei consiglieri, degli assessori e dei presidenti e l’abolizione dei doppi vitalizi. La proposta è al palo da mesi, per una coriacea melina.

«Dopo un ventennio di scandali più o meno gravi, ormai è evidente - dichiara il consigliere regionale del Prc-Sinistra Europea - che il livello retributivo privilegiato degli eletti nella Regione Abruzzo non costituisce un baluardo contro la corruzione né rispetto a tentazioni di vario genere. Anzi si è verificato che a troppi eletti i privilegi abbiano dato alla testa».

Per questo Maurizio Acerbo ha proposto al presidente Chiodi e alla sua maggioranza un «gesto di ravvedimento operoso e di risarcimento non solo morale per gli abruzzesi». Per restituire finalmente alla politica la dimensione di servizio e affermare al contempo un costume di sobrietà, a partire dal trattamento economico degli eletti. «Il modo migliore per rispondere all'ondata di sconcerto e di rabbia che attraversa la cittadinanza abruzzese - conclude Acerbo - è mostrare nei fatti la volontà di cambiare collocando la nostra Regione all'avanguardia sul piano del taglio dei costi impropri della politica».

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