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Pescara, 16/05/2025
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Data: 02/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Rimborsopoli d'Abruzzo - I presidenti Chiodi e Pagano davanti ai pm

PESCARA La loro linea di difesa, in molti, l'hanno palesata tramite i mass media. Per tutti però è arrivato ora il momento di difendersi dalle pesante accuse di peculato, truffa e falso ideologico davanti a chi li accusa di aver usufruito illegittimamente dei fondi pubblici per pagare cene, alberghi e pernottamenti con parenti, amici ed amanti in Italia e all'estero. Tra poco più di 48 ore i 25 indagati in quella che è ormai nota come la «Rimborsopoli» d'Abruzzo inizieranno a sfilare nel Tribunale di Pescara per spiegare ai magistrati, Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, il perché di quei conti che non tornano. Martedì sarà la volta della Giunta regionale e dunque dei due presidenti, quello della Regione Gianni Chiodi e quello del Consiglio regionale Nazario Pagano, chiamati a rispondere, il primo, di un «buco» di 24mila euro e, l'altro, di una rendicontazione «gonfiata» di oltre 15 mila euro. Dopo di loro in Procura arriverà il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione, seguito dagli assessori regionali coinvolti nella vicenda: Gianfranco Giuliante, Paolo Gatti, Mauro Di Dalmazio, Carlo Masci, Federica Carpineta, Angelo Di Paolo, Mauro Febbo e Luigi De Fanis; quest'ultimo è ancora in attesa di sapere se il 6 febbraio gli verranno revocati gli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta «Il Vate». Difficile dire se tutti si presenteranno nel giorno stabilito. Sembra infatti che alcuni abbiano chiesto di posticipare l'interrogatorio mentre altri, Mauro Febbo in primis, hanno più volte ribadito la volontà di presentarsi prima possibile davanti ai magistrati. Gli unici ad averlo già fatto sono due dei 14 consiglieri regionali coinvolti nella vicenda: Carlo Costantini (ex Idv ora Mov 139) e Nicoletta Verì (Pdl). Per gli altri resta valida la data fissata dai pm: martedì 12 febbraio. Una vicenda, quella di Rimborsopoli, esplosa sui media, diventati il terreno su cui giocare una partita in cui pubblico e privato si sono pericolosamente intrecciati. Ma all'appuntamento del 4 febbraio i media rimarranno fuori dalla porta: gli accusati si difenderanno nel silenzio delle stanze della Procura.

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