Via agli interrogatori per i 25 indagati accusati a vario titolo di peculato, truffa e falso Dopo il presidente toccherà a Pagano e agli assessori spiegare la scelta degli alberghi di lusso
PESCARA Inizia una settimana decisiva per il presidente della Regione Gianni Chiodi travolto dall’inchiesta sui rimborsi con le accuse di peculato, falso e truffa insieme a nove assessori della giunta di centrodestra e mezzo consiglio. Domani alle 9.30 il presidente sarà il primo a entrare in procura, a sedersi di fronte ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, con l’intenzione, come Chiodi ha lasciato scritto sul suo profilo Facebook, «di dimostrare la mia assoluta estraneità ai reati che mi vengono contestati»: rimborsi indebiti, li ha chiamati la procura, soldi pubblici che Chiodi avrebbe usato per offrire cene e alberghi ai suoi ospiti. Perché c’erano persone estranee alle missioni istituzionali? Perché il presidente – come nel caso del peculato – avrebbe presentato una rendicontazione reputata non veritiera? Chiodi dice da giorni che chiarirà, che risponderà durante l’interrogatorio alle accuse formalizzate dalla procura attraverso le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Pescara spese a raccogliere tutta la documentazione necessaria tra fatture nei ristoranti e registri degli ospiti negli alberghi per un’inchiesta che, quindi, parla attraverso i documenti. Ed è a questi che, probabilmente, Chiodi replicherà con le sue ricevute, con le sue fatture come aveva iniziato a fare la scorsa settimana esibendo durante una conferenza stampa un bonifico da 2.800 euro con cui avrebbe pagato con i soldi suoi il volo in business class per Washington alla moglie: un altro episodio finito nell’inchiesta accanto alle missioni a Roma, Taormina, Arezzo, Nizza e Torino. Al presidente eletto nel 2009 con il Pdl la procura ha contestato circa 24 mila euro di rimborsi indebiti, la cifra più alta dei 25 indagati: sarà questo il tema del faccia a faccia di domani nella stanza della procura in un clima, negli ultimi giorni, che si è spostato dalle contestazioni all’amministratore alle ombre – estranee al fascicolo – sulla vita privata dell’uomo e sull’incarico assegnato a una donna due mesi dopo una notte nell’albergo del Sole a Roma. Dopo l’interrogatorio, sempre come il presidente ha lasciato scritto sul suo profilo Facebook, Chiodi terrà «una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti e agli abruzzesi tutti gli aspetti della vicenda e precisare tutte le questioni più rilevanti e contestualmente rispondere alle domande che mi saranno rivolte». Poi, commentando gli articoli dei giornali nazionali, ha scritto: «E’ cominciata un’altra partita avulsa dalla vicenda giudiziaria. Non posso ovviamente correre dietro a tutte le provocazioni, illazioni e ricostruzioni fantasiose con chiaro intento denigratorio». Quello di domani non sarà solo il giorno di Chiodi ma anche di tanti vertici della Regione finiti sotto accusa come il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, il vice presidente della giunta Alfredo Castiglione e gli assessori che sfileranno in tribunale per la prima giornata di interrogatori. Ai 25 amministratori finiti sotto inchiesta con accuse simili gli inquirenti hanno trovato un comune denominatore, quello del «malcostume», come è stato scritto nell’informativa. «Il quadro emerso è un campionario di omissioni e raggiri tendente a lucrare ad ogni favorevole occasione in ogni ambito e per qualsiasi cifra», hanno scritto gli investigatori. «Questo malcostume è ormai assurto a normalità avendo interessato quasi interamente i componenti dell’intero arco politico rappresentato in consiglio regionale».
Camere a 5 stelle se costano meno di 250 euro
Nelle more della vicenda Rimborsopoli, l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha approvato nei mesi scorsi una delibera che modifica il regolamento sulle spese ammesse per le missioni dei Consiglieri. Il nuovo regolamento cancella il divieto di soggiornare in hotel a 5 stelle (presente negli anni cui si riferisce l’inchiesta della Procura di Pescara), ma impone un tetto generico di 250 euro a notte. Si può derogare da questa misura, dice il nuovo regolamento, solo se l’hotel viene scelto dall’ente organizzatore dell’evento al quale eventualmente il consigliere è stato invitato. La cifra è stata stabilita monitorando i prezzi degli hotel romani sulla base delle categorie e anc he dei prezzi on line