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Pescara, 16/05/2025
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03/02/2014
Il Messaggero
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Chiodi, torna l’enigma del centro poliedrico. Politica e affari di cuore, il governatore e quel progetto mai portato a compimento |
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L’AQUILA Dei fondi stanziati nel 2009, all’indomani del sisma, dall’allora ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, non è stato ancora speso un euro. All’Aquila il centro antiviolenza se lo sono ristrutturato da soli, grazie al paziente lavoro di alcune associazioni. E non c’è traccia neanche del non meglio identificato «centro poliedrico» per le donne, il progetto che Berlusconi prima (2011) e Chiodi poi (2012) avevano assegnato alla supervisione della consigliera regionale di Pari opportunità, Letizia Marinelli. Tre milioni di euro che sembrano spariti nel nulla e che sono diventati l’ultima pietra dello scandalo dopo la confessione choc del governatore sulla notte trascorsa a Roma proprio con la Marinelli, secondo l’accusa a spese dei contribuenti. Con le inevitabili, scontate, invettive: «La favorisce nella nomina a consigliera e poi le dà anche fondi pubblici da gestire?». Chiodi dovrà chiarire questi - e altri - aspetti già domani, nell’interrogatorio in Procura, in una settimana che si annuncia campale. Per il momento dice solo di «aver dato applicazione alle ordinanze della Presidenza del Consiglio, tramite decreti». L’intreccio torbido tra politica, fondi pubblici e affari privati non sembra interessare a Simona Giannangeli, che fa parte sia del centro aquilano antiviolenza che dell’associazione «donne terre-mutate»: «Vogliamo solo che questi fondi vengano correttamente e rapidamente impegnati». La vicenda, intricata, prende le mosse dal 2009, quando la Carfagna mette a disposizione nel decreto terremoto 3 milioni di euro destinati «alla ricostruzione e alla ripresa delle attività dei centri di accoglienza, di ascolto e di aiuto per donne e madri in situazioni di difficoltà». A quel punto il centro antiviolenza e l’associazione Melusine scrivono alla ministra facendo presenti le esigenze di recupero delle strutture aquilane. Una lettera che rimarrà senza risposta. Fino al 2011, l’anno della liaison incriminata: il 15 marzo Chiodi e la Marinelli dormono insieme in un hotel romano, il 22 luglio il ministero del Lavoro nomina lei consigliera di parità.
Il governatore, finito nella bufera dell’inchiesta sui rimborsi pazzi in Regione, sostiene che non c’è stato alcun «aiutino». Nel frattempo i fondi Carfagna finiscono nell’ordinanza firmata da Berlusconi l’8 novembre 2011. Sono divisi in due tronconi: 1,5 milioni al Commissario (Chiodi) che avvalendosi delle Diocesi avrebbe dovuto «favorire la ripresa delle attività di sostegno delle donne e delle madri in situazioni di difficoltà»; 1,5 milioni per realizzare un centro poliedrico, con soggetto attuatore proprio la consigliera di Parità (Marinelli). «A quel punto - racconta la Giannangeli - più volte ci siamo chieste e abbiamo denunciato come la Marinelli non avesse competenze specifiche in materia, visto che il suo ruolo era semplicemente quello di vigilare sulle discriminazioni in ambito lavorativo. Abbiamo anche avuto un incontro con lei, nel quale abbiamo presentato il nostro progetto per una Casa delle donne, ma non abbiamo ricevuto risposte». L’intenzione dell’ordinanza di Berlusconi viene attuata in un decreto del commissario alla Ricostruzione, cioè Gianni Chiodi: è il numero 134 del 14 agosto 2012 e riguarda solo la prima tranche dei fondi (cioè quelli destinati alle Diocesi). Non c’entrano nulla, dunque, i soldi «assegnati» alla Marinelli. Nell’atto di Chiodi si parla di un progetto («Samaria, in rete per una vita nuova») che avrebbe dovuto portare le Diocesi di L’Aquila e Pescara a costruire due centri per il contrasto alle situazioni di marginalità. Sull’operazione, però, la Corte dei Conti (deliberazione 359 del 2012) impone uno stop: «Le risorse stanziate - scrivono i giudici - intendono prioritariamente ripristinare gli edifici adibiti a centri antiviolenza, in proprietà di strutture pubbliche. Il progetto, alla sua scadenza (cioè dopo 36 mesi) avrebbe determinato l’esclusiva disponibilità dei beni immobili da parte del richiedente». E i «fondi Marinelli» che fine hanno fatto? «Da nostre notizie - dice la Giannangeli - sono all’Ufficio ricostruzione, in attesa di essere utilizzati». L’iter coordinato dalla consigliera di parità non è andato avanti, si è bloccato. La senatrice Pd, Stefania Pezzopane, ha fatto approvare un emendamento alla legge di Stabilità per assegnare le risorse alla Provincia affinché, d’intesa con il Comune, venga finalmente realizzato il centro poliedrico.
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