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Data: 03/02/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Quelle 100 lettere in difesa di Chiodi. I lettori respingono gli attacchi al giornale di Mauro Tedeschini

In due giorni ho ricevuto almeno un centinaio di mail in difesa del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Siccome a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, posso immaginare che qualcuno si sia mosso per organizzare l’invio di una corrispondenza così copiosa. Comunque sia, la dimostrazione d’affetto c’è stata ed è arrivata a bersaglio, anche se un paio di cosette vanno messe a punto per integrare le risposte che il sottoscritto ha già fornito nei giorni scorsi nella rubrica delle lettere: 1) rispedisco al mittente gli insulti che grondano da alcuni di questi messaggi. Parlare di «lurido giornalismo» o di quotidiano «al servizio dei giudici, di Trifuoggi e di D’Alfonso» è una sortita gratuita che nessuno si può permettere. Siamo stati accusati di fare dello scandalismo da Novella 2000, quando tutta l’Italia purtroppo sta sghignazzando alle spalle della classe dirigente di una Regione che, purtroppo per l’Abruzzo, è precipitata in uno scandalo rosa che rischia di oscurare il lavoro fatto in cinque anni di legislatura. Non dimentichiamoci che Luigi De Fanis, l’uomo che sussurrava all’amante (assunta in Regione in totale assenza di meriti) di volere uccidere la povera moglie, era un membro eminente di questa giunta e che in nessun’altra parte d’Italia il controllo sulle spese degli amministratori pubblici ha sollevato un simile polverone. 2) Purtroppo molti tra coloro che hanno espresso via mail la loro indignazione hanno dimostrato di non aver letto con attenzione il nostro giornale. O, in alcuni casi, di non averlo letto per nulla e di essere stati semplicemente imbeccati. L’articolo incriminato è uscito giovedì in prima pagina sotto il titolo «E ora valuti il passo indietro», ma l’autore non era il sottoscritto, come molti mi hanno fatto erroneamente notare, ma l’ottimo collega Antonio De Frenza. Il quale, con l’equilibrio che tutti gli riconoscono, si chiedeva se Chiodi avrebbe avuto la serenità e la forza per affrontare una campagna elettorale che si preannuncia lunga e cattiva. Il tutto al termine di una legislatura artificiosamente tenuta in vita per cinque mesi e mezzo oltre la scadenza naturale, con un immobilismo finale che certo non deporrà a favore di questa giunta. Chiudo dicendo che personalmente mi auguro che il presidente possa dimostrare che non c’è nulla di così grave nei comportamenti che gli vengono addebitati. Il nostro rapporto, da quando sono arrivato in Abruzzo, è sempre stato improntato a cordialità e rispetto reciproco, anche quando le opinioni erano divergenti. Continuo a pensare che per il Centrodestra sia il candidato più credibile e Dio solo sa quanto questa Regione abbia bisogno di poter scegliere tra persone all’altezza del compito. Ma un conto è il rapporto personale, un conto la professione. Che cercherò di svolgere nel massimo della correttezza possibile. Ci crediate o no.

Caso Chiodi, i lettori respingono gli attacchi al giornale

Gentile direttore, mi sono commossa nel leggere il suo editoriale di ieri. Il nostro codice penale non consente l'autodifesa neppure agli avvocati. Per analogia non dovrebbe essere consentita ai direttori di giornali. Pertanto consenta la sua difesa a una lettrice non di parte, estranea alla politica. "Il Centro" che lei dirige ha pubblicato articoli e lettere più a favore dei politici e amministratori del centrodestra che di quelli di centrosinistra; ma l'indirizzo generale è rivolto all'informazione, come dimostra la sua diffusione. I giornali di parte vengono letti da pochi. "Libero" e "Il Giornale", ad esempio, mai pubblicano neppure un rigo contro il centrodestra. Le classi agiate sono più interessate e acculturate sull'andamento della politica, di cui fanno spesso un'attività lucrativa, più di quanto non lo siano la povera gente e i lavoratori, consapevoli del loro destino dipendente solo dal lavoro, dalla fatica e non dagli affari della politica. Sulla obbiettività e imparzialità del "Centro" non può giudicare il fanatismo politico e sarebbe più opportuno uscire, prima, dalle tenebre dell'attuale politica affaristica. Antonina Marchetti, San Gregorio (L'Aquila) nCarissimo Direttore, esprimo a Lei ed ai suoi redattori, in primis all'ottimo Antonio De Frenza, piena solidarietà per gli attacchi beceri ricevuti da psuedo Chiodiani per il dileggio alla vostra attività, sempre professionale e sempre, almeno negli intenti, volta a separare i fatti dalle opinioni. Purtroppo, molti sono sempre pronti al "crucifiggi" per l'avversario o l'"amico" di turno… quando cade e qualcuno, invece, alla difesa ad oltranza anche di fronte all'evidenza dei fatti. Da una parte una vigliaccheria di un certo "sottobosco" politico e di una certa "italietta" e dall'altra un'azione da "utili idioti" del padrone di turno. Credo che il buon senso e l'equilibrio dell'articolo di Antonio De Frenza servano invece a fare luce su una questione reale: Chiodi se la sente in coscienza di affrontare la dura competizione di una lotta elettorale, alla luce di quanto accaduto? Fioriti Donato Grazie a tutti, tanti lettori ci hanno scritto per esprimerci la loro vicinanza. Sinceramente: ci fa un gran piacere. direttore@ilcentro.it

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