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Data: 04/02/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Sono le donne a non perdonare il successo di una donna»

Incontenibile la volontà di aprire questa discussione. Leggendo le pesanti dichiarazioni del Presidente della Commissione regionale abruzzese Pari opportunità, di qualche giorno fa, e l'incessante cicaleccio diffuso, avverto quella riprova che il genere femminile è, ancora oggi, sovraccarico di debiti rispetto al genere maschile. Un veleno insito a cui non riusciamo proprio a rinunciare. La mia non vuole essere una generalizzazione, piuttosto un'osservazione ragionevole. Che le donne siano le peggiori nemiche delle donne, e dunque di sé stesse, è un luogo comune, un'opinione, un concetto condiviso da un'intera cultura. Un'idea talmente diffusa da considerarsi ovvia per la comunità, sebbene non necessariamente rispondente al vero e, si spera, proiettata in un’auspicabile evoluzione. Sembra quasi che il successo dell’una venga concepito come il fallimento dell'altra. Laddove risulti emergere una figura femminile accreditata, anziché assumerla come esempio, e cercare di evolversi, devono distruggerla. Se poi c'è una donna che eccelle in qualche campo, per le altre è sempre una "prostituta", una che sta dov'è perché ha concesso favori sessuali a uomini potenti. Ed ecco il fulcro del problema: la frustrazione rispetto al ruolo maschile e alle possibilità che al maschio sono concesse e alla femmina negate fin dalla tenera età. Freud la chiamerebbe "invidia del pene". Mi permetto di elaborare tali riflessioni in quanto si denota una morbosità pressoché femminile, a tal riguardo.
Non conosco personalmente la "Dama" in questione, conosco però il lavoro che ha svolto finora, con tanto di titoli, competenze e soprattutto con tanta passione. Impegno, progetti e risultati raggiunti, relativi a temi così difficili, condizionati e frenati dalla estenuante macchina burocratica che legifera in Italia. Sembra chiaro a tutti che la succitata Consigliera d’Abruzzo di Parità non abbia infranto alcuna legge e non abbia commesso alcun reato, tale da dover retrocedere il suo percorso appena iniziato. Viviamo un’epoca pregna di “letterine” e “olgettine” nei vari Palazzi, da Roma a Bruxelles, con prestigiosi incarichi noti a tutti, che trovare professionalità femminili riconosciute e autorevoli dovrebbe solo riempirci di dignità. Pertanto confido in un riesame urgente da parte del Presidente della Commissione d’Abruzzo Pari opportunità, da tutta la Commissione stessa e da quel pruriginoso pettegolezzo atto a tritare e a infierire spietatamente.
Nadia Venta (dirigente Arpa)

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