L’AQUILA Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la decisione del giudice del tribunale dell'Aquila Italo Radoccia nei confronti dell’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, coinvolto nell'inchiesta «Caligola». Il legale di D’Alfonso, avvocato Giuliano Milia, aveva chiesto e ottenuto per il suo assistito il rito abbreviato. Il processo è stato celebrato da un nuovo giudice, nominato dal presidente del Tribunale Ciro Riviezzo per un’incompatibilità.

Nell'inchiesta è coinvolto anche il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione, anche lui ammesso a giudizio con il rito abbreviato. Insieme a Castiglione, sfileranno anche gli altri indagati, che hanno scelto di proseguire con il giudizio ordinario e per i quali dunque non è stata ancora fissata l’udienza, nella quale il gup Giuseppe Romano Gargarella dovrà decidere se rinviare a giudizio oppure archiviare. Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di aver affidato commesse pubbliche in cambio di contropartite economiche che consistevano in contratti di consulenza e assunzioni clientelari.

L’ex sindaco di Pescara era indagato per corruzione, relativamente all'affidamento di una progettazione sul porto di Pescara alla società Ecosfera, anche se il ruolo di D’Alfonso era considerato marginale o comunque minore. Per D'Alfonso, il pm Antonietta Picardi aveva chiesto tre anni e cinque mesi di reclusione. In particolare l’esponente del partito Democratico era stato accusato di aver fatto pressioni affinché fosse attribuito un contratto di consulenza nella società Ecosfera di Roma all'ex assessore comunale di Pescara Massimo Luciani, mai indagato.

Quella di ieri è stata per Luciano D’Alfonso la seconda assoluzione in un anno. Nel 2013 infatti l’ex primo cittadino è stato assolto nell'inchiesta «Housework» dal tribunale di Pescara. Il 13 marzo prossimo invece si terrà presso il tribunale collegiale di Pescara l'udienza che vede D'Alfonso rinviato a giudizio per le vicende relative all'inchiesta sulla strada «Mare-Monti» mai realizzata nel Pescarese.