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Pescara, 15/05/2025
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Data: 12/02/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso le regionali in Abruzzo - Chiodi pronto a correre da solo alla Regione. Se la coalizione non lo sosterrà schiererà la sua lista

PESCARA Pronto a fare saltare il banco. Gianni Chiodi starebbe pensando a una mossa d'azzardo per convincere Forza Italia e il resto della coalizione a puntare ancora su di lui: o sono io il candidato a governatore o faccio da solo. Alias, la lista del presidente è già nel cassetto.
Un Chiodi descritto come molto nervoso in questi giorni, agitatissimo ma combattivo, che continuerebbe a fare la spola tra l'Abruzzo e la Capitale in cerca di risposte dai piani alti del suo partito. La decisione però non è stata ancora presa. A tenere le fila del dialogo è Gianni Letta. A decidere, come sempre, sarà Berlusconi che prima di chiudere il caso Abruzzo ha commissionato un sondaggio alla Ghisleri, la società di Euromedia, per capire se quello di Chiodi è ancora un nome spendibile alle regionali del 25 maggio o se bisognerà cambiare cavallo. Il risultato del sondaggio sarà importante per conoscere se e in quale misura l'inchiesta della Procura di Pescara ha modificato l'orientamento degli elettori. Berlusconi ci sta pensando: i guai giudiziari del governatore uscente (la Rimborsopoli condita di Sexgate) hanno infatti molto a che fare con la storia personale del Cavaliere. E allora, quale migliore occasione per rimettere in pista un Chiodi trasformato da imputato eccellente in vittima delle «toghe rosse»? L'altra via di fuga è quella delle europee. Ma Chiodi non si accontenterebbe in questo caso di essere una semplice bandierina del suo partito nel difficilissimo collegio meridionale, di cui l'Abruzzo è solo una particella d'atomo. Poi ci sono gli alleati, dal Ncd a Fratelli d'Italia, impazienti di conoscere la decisione di Forza Italia, che a cascata avrà effetti in tutta la regione. Se Berlusconi dovesse dire sì alla candidatura bis di Chiodi, è chiaro che a Pescara il Ncd potrebbe imporre il nome di Guerino Testa nella corsa a sindaco e chiedere a Forza Italia di fare un passo indietro rispetto alle legittime aspirazioni del sindaco uscente, Luigi Albore Mascia. Nodo difficile da sciogliere, anche perché tra i due stanno già volando gli stracci nella città adriatica.
Altra questione: adesso il nome di Luciano D'Alfonso fa davvero paura. L'ingombro dei più forti competitor interni, da Giovanni Legnini a Stefania Pezzopane, è svanito con una vittoria a tavolino per rinuncia degli avversari. E di questo passo l'ex sindaco di Pescara potrebbe essere incoronato da qui a poco come il solo candidato presidente alla Regione del centrosinistra, senza dover ricorrere neanche alle primarie. Anche questo pesa sul destino di Chiodi, sino a poche settimane fa ritenuto il più forte antagonista di D'Alfonso. E oggi? La Rimborsopoli, in cui si sono cacciati nove assessori regionali su dieci e mezzo Emiciclo, ha messo ko un bel po' di altri pezzi grossi nel centrodestra, da Nazario Pagano ad Alfredo Castiglione, a Paolo Gatti. Poi c'è chi, come Carlo Masci, Lanfranco Giuliante, Lorenzo Sospiri, Riccardo Chiavaroli e altri, sono convinti di poter chiarire tutto sui conti dei ristoranti e delle trattorie romane che gli vengono contestati: in tutto qualche centinaio di euro. E senza fantasmi sotto le lenzuola.
Ma la vera alternativa a Chiodi al momento non c'è. Carlo Masci e Federica Chiavaroli restano allo start. Quanto all'ipotesi di una candidatura a governatore di Rodolfo De Laurentiis, il capogruppo dell'Udc in Consiglio regionale, Antonio Menna, dice la sua: «Solo chiacchiere. De Laurentiis non è il nostro candidato. Figuriamoci, ha persino litigato con Casini...». Ma altri dirigenti Udc non vedrebbero di cattivo occhio il ritorno in scena del politico marsicano.

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