PESCARA «Dovevo fare un concorso per una sola persona? Non credo si sia mai fatto. Ho scelto la sorella di Letizia Marinelli perché avevo già avuto modo di apprezzarne le capacità e la passione per questo settore». Avvolta in un elegante cappotto bianco è tranquilla Federica Carpineta, l'assessore al Personale e Pari opportunità, finita nell'occhio del ciclone della Rimborsopoli «per un solo errore in cinque anni, una ricevuta sbagliata da 39 euro» e per quell'assunzione che, dopo l'ammissione del Presidente della Regione Gianni Chiodi che ha confermato di aver passato una notte con la Marinelli nella stanza 114 dell'Hotel Del Sole di Roma, ha fatto gridare allo scandalo. Ribalta per un attimo i ruoli la Carpineta raccontando di quella domanda che, lei stessa, avrebbe rivolto ai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio per sapere se per assumere la sorella della consigliera alle Pari opportunità, travolta a sua volta dalla vicenda per quella nomina secondo l'accusa avuta proprio in qualità di «amante» di Chiodi, avrebbe dovuto emettere un bando pubblico: «Ho inserito nella mia segreteria persone scelte da me dato che come assessore ho la possiblità di inserire persone a chiamata diretta - ha affermato – Ho conosciuto questa persona durante la mia attività istituzionale alle Politiche di genere. Non mi è stato catapultato nessuno in ufficio è stata una decisione fiduciaria». Un intreccio non facile da districare quello tra Chiodi la Marinelli e la Carpineta non tanto per la questione giuridica quanto per quella personale sbattuta sin dal primo giorno in prima pagina. Troppe le dichiarazioni di Chiodi, troppe anche quelle della Marinelli e non meno quelle dell'ex marito della Carpineta che su Fb ha non proprio velatamente lasciato intendere che tra la ex e Chiodi vi fosse un rapporto «particolare». Questioni private che poco hanno a che vedere con la Rimborsopoli se non fosse per quella presunzione di favori in nomine e cariche paventata dalla Procura. Certo è che quello respirato oggi in Tribunale era un clima diverso da quello dei giorni scorsi con assessori e consiglieri che non si sono nascosti di fronte alle telecamere. Le ha affrontate, tra gli altri, Lorenzo Sospiri accompagnato dal suo avvocato Alessandro Dioguardi. Lui come molti altri aveva pubblicato su Facebook il suo avviso di garanzia, ma a differenza di molti altri non si è tirato indietro di fronte a chi gli chiedeva una spiegazione: «Mi viene contestata - ha detto ai cronisti - una missione al Vinitaly dove ho soggiornato in un albergo a 3 stelle. È un unico addebito in cinque anni e qualche mese di legislatura». Come lui anche Franco Caramanico primo ad arrivare con il suo legale, Ugo Di Silvestre. A lui si contestano due pasti da 11 e 68 euro e un soggiorno in Canada in un hotel a cinque stelle. «Io ero accompagnatore – ha spiegato – la prenotazione è stata fatta da lì». Anche Riccardo Chiavaroli si è intrattenuto con i cronisti, così come l'assessore ai Lavori pubblici Angelo Di Paolo che ha detto di aver presentato la rendicontazione che gli si contestava non aver mai fatto, quello dello Sviluppo al turismo Mauro Di Dalmazio e gli altri consiglieri ascoltati oggi tra cui Cesare D'Alessandro, Giorgio De Matteis e Lanfranco Venturoni. Finiti gli interrogatori la palla passa di nuovo in mano ai magistrati che per i 25 indagati, accusati di peculato, falso ideologico e truffa, dovranno decidere sull'eventuale rinvio a giudizio o la possibile archiviazione.