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Data: 13/02/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Crisi di Governo - Renzi non cede, Letta verso le dimissioni. E a Renzi: "Se vuole il mio posto, lo dica"

Il premier, dopo l'incontro con il segretario Pd, mantiene la posizione: "Vado avanti". Frecciate al sindaco di Firenze: "Mio metodo con pochi personalismi e molta concretezza". E annuncia trenta miliardi di euro per il rilancio dell'economia

ROMA - La conferenza stampa è convocata in serata, dopo una giornata tesissima e intensa. Il premier Enrico Letta, dopo l'incontro con Matteo Renzi, durante il quale i due leader hanno mantenuto le loro posizioni sul futuro del governo, ha dato appuntamento alla stampa per presentare "Impegno italia", proposta di patto di coalizione tra i partiti che sostengono l'esecutivo. Il presidente del Consiglio, in sostanza, dice ai partiti che sostengono il governo che lui va avanti. "Questo patto lo offro ai partiti, al Parlamento, ai cittadini che ci stanno seguendo in questo momento. Qui dentro ci sono molte idee, c'è una visione di cambiamento dell'Europa" e una "visione di Italia che riparte", ha detto il premier, che non ha risparmiato frecciate al segretario Pd: "Dica se vuole il mio posto". E rilancia il suo impegno: "Nel mio metodo poco personalismo e tanta concretezza".
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Impegno Italia. "Cos'è e perché adesso? Impegno Italia è il lavoro sul programma per il nuovo Governo che dobbiamo formare, un patto di coalizione che ha sostenuto fino ad adesso il mio Governo e che voglio ringraziare - ha detto Letta -. Ora perché sono rispettoso degli impegni che ci siamo presi. Il primo era sulla legge elettorale. Io ho atteso, com'è giusto che si facesse, perché sono un uomo del Pd, e rispetto il partito. Il Pd ha chiesto e deciso di votare prima la legge elettorale. Sono stato accusato di aver perso tempo: se perdita di tempo c'è stata, non è stata colpa mia".

Cinquanta punti. Dai diritti per le coppie conviventi alla promozione di nuova occupazione, dalla riduzione del costo dell'energia al sostegno alle imprese, dallo ius soli alla lotta al gioco d'azzardo patologgico, il piano comprende 50 punti per 11 aree tematiche.

La durata. "Non metto una data a Impegno Italia, questa legislatura deve farci uscire dall'emergenza. La durata di Impegno Italia per me è legata al compimento delle riforme, cioè della legge elettorale, del Senato, del titolo V della Costituzione. Terminato questo processo ritengo che il lavoro possa essere legato a questo".

Uomo delle istituzioni. "Sono un uomo delle istituzioni - ha detto Letta - e come tale, devo assumermi delle responsabilità. Lo dico perché la mia vicenda qui nasce a partire da una situazione drammatica quale è stata quella di febbraio-aprile dello scorso anno. Situazione drammatica che si è potuto sbloccare soltanto grazie al sacrificio del presidente della Repubblica, che ha portato allo sblocco della situazione e alla nascita di quello che fin dall'inizio ho chiamato un governo di servizio al Paese. Anche adesso considero questo governo legato al servizio al Paese e non a prospettive personali, a cose che sto facendo adesso e che potrò fare nel futuro". Nei confronti di Napolitano, Letta ha espresso grandissima fiducia: "Ringrazio di cuore il presidente della Repubblica, e voglio ripetere quanto il nostro paese gli deve. Questa legislatura esiste per il gesto e il sacrificio del presidente della repubblica. Ringraziamento e massima fiducia nel suo lavoro".

Frecciatine a distanza. Poi il premier si è tolto un sassolino dalla scarpa, rivolgendosi indirettamente a Renzi: "Io chiedo chiarezza, come la chiedono gli italiani. Ognuno deve dire quello che vuole fare, soprattutto se c'è qualcuno che vuole venire al posto mio, deve dire se è questo quello che vuole fare. Sono stati talmente tanti quelli che fin dall'inizio hanno tentato di mandarmi via, che ho vissuto e vivo ogni giorno come se fosse l'ultimo - ha aggiunto Letta-. L'hashtag portrebbe essere 'io sono sereno, anzi zen' mi verrebbe da dire. Se mi andasse male questa vicenda penso che potrei andare in qualsiasi posto a insegnare pratiche zen", ha scherzato il premier, rispondendo all'ironia su Twitter.

Dimissioni. Raccontando di aver ricevuto numerose telefonate di persone che chiedevano notizie su ipotetiche dimissioni, Letta ha ribadito: "Le mie prospettive personali non c'entrano niente né sulle cose di adesso né sulle cose che mi si propongono per il futuro. Le dimissioni non si danno per dicerie", ha insistito. Infine ha ricordato che per far cadere un governo basta che non ci sia più "il sostegno della maggioranza parlamentare".

Italia con il segno più. "Abbiamo preso dieci mesi fa un Paese con il segno meno e ora ha il segno più", ha detto con soddisfazione il premier. "Io sono orgoglioso di quello che ho fatto in 10 mesi di governo: abbiamo realizzato molto per le condizioni date e sono rammaricato perché le condizioni non ci hanno fatto fare il dovuto". Poi ha lanciato lo slogan per l'Italia: "Io ho una visione di Italia che riparte con il tentativo di dare a chi fa economia e fa lavoro, alle imprese, la possibilità di crescere e naturalmente si rivolge alla società italiana mutuando lo slogan calcistico del Liverpool: 'You'll never walk alone', la possibilità cioè di dire a ogni italiano 'non camminerai mai da solo'".

Stop a conflittualità permanente. Letta ha lanciato, poi, un appello affinché non si cada nel solito 'vizio' delle litigiosità: "Dopo tre anni abbiamo cominciato non con addosso la crisi e l'emergenza finanziaria. Non facciamo che appena finisce l'emergenza finanziaria ci incasiniamo sulle nostre vicende - ha detto -. Sarebbe un errore, ora c'è l'occasione per far crescere il Paese", ha insistito. "

Incontro con Renzi. "L'incontro con Renzi? È stato, come dite voi, 'franco e..', in cui ognuno ha molto sinceramente fatto valutazioni, ripreso punti di vista. Quando si discute è sempre positivo", ha detto Letta, rispondendo a una delle domande sul vertice di oggi con il sindaco di Firenze. Per quanto riguarda, poi, l'ipotesi di un 'aggiustamento' di governo, il primo ministro ha detto che non è sufficiente: "Bisogna tenere conto di quanto accaduto in tutti questi mesi, un governo nato con Berlusconi, con Sc unita e senza Renzi segretario, bisogna tenere conto dei cambiamenti che sono avvenuti che hanno cambiato la natura stessa del governo". A chi chiedeva se il segretario Pd fosse a conoscenza del piano, Letta ha risposto: "Il documento Renzi non l'ha visto, come non l'ha visto nessun altro. È la mia proposta. Dentro ci sono tracce delle culture che compongono la maggioranza, credo sia un buon punto di sintesi. Suggerisco caldamente che questo punto di sintesi venga tenuto in forte considerazione".

Concretezza, no protagonismo. Una nuova stoccata a Renzi il premier l'ha lanciata con un nuovo appello al lavoro comune e alla concretezza: "Le regole sono che per fare un governo serve una maggioranza parlamentare. Io offro e propongo queste idee e soprattutto propongo un metodo con un basso tasso di protagonismo e un alto tasso di concretezza per fare le cose. Di questo c'è bisogno". E poi : "Questa è la mia proposta, tutto deve venire in campo aperto, la discussione si deve spostare sui contenuti e non sui personalismi. Non voglio prestarmi ai personalismi e penso che non voglia farlo anche Renzi", ha detto sull'atteggiamento con cui affrontare la crisi del governo.

Le reazioni. Le parole di Letta non piacciono ai renziani e a commentarle, in serata, è il deputato Pd Ernesto Carbone: "Il fatto che Letta ora parli di programma senza scadenze dimostra che il suo unico obiettivo è restare a Palazzo Chigi - ha detto -. Altro che i 18 mesi per fare le riforme: le riforme sono naufragate, a rivitalizzarle ci ha dovuto pensare il Pd", prosegue l'esponente renziano secondo il quale "gli italiani non possono aspettare un altro anno senza riforme, senza provvedimenti economici e con il tirare a campare dei programmi dai buoni propositi".

Venerdì il Consiglio dei ministri. Il Consiglio dei ministri è convocato
venerdì 14 febbraio alle 10 a Palazzo Chigi. Lo fa sapere l'ufficio stampa della presidenza del Consiglio, in una nota nella quale manca ancora l'ordine del giorno della riunione dell'esecutivo.

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