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Pescara, 15/05/2025
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Data: 14/02/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Addio Letta, Legnini trema. Sono ancora molte le variabili aspettando l’esecutivo di Renzi. Massimo 12 ministri. Giustizia, ipotesi Vietti. Tesoro, avanza Reichlin

PESCARA Da largo del Nazareno all'Abruzzo. Ci mette poco lo psicodramma consumato ieri alla direzione nazionale del Pd ad attraversare l'Autostrada dei parchi. Un po' quello che accadde l'8 dicembre scorso, quando la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del partito provocò frane di assestamento, ribaltoni e corse affannose per arrampicarsi sul carro del nuovo messia. Figurarsi oggi che il sindaco di Firenze sta per consegnare le chiavi del suo ufficio di piazza della Signoria al primo usciere che incontrerà nel corridoio, per correre in volata verso Palazzo Chigi.
In realtà i riflessi di questa nuova pagina politica sono tantissimi anche in Abruzzo, e non riguardano soltanto il Pd. Il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, eletto nella circoscrizione Abruzzo con il Pdl e oggi uomo di punta del Ncd, potrebbe lasciare il dicastero nel nuovo governo Renzi per far posto ad un esponente di Scelta civica. Se così fosse, Quagliariello andrebbe a ricoprire un ruolo di vertice nel suo partito che gli consentirebbe di avere mani libere sulle candidature delle prossime regionali. Il caso-Chiodi, per dirne una, potrebbe passare anche da qui. L'altro uomo di governo abruzzese (in questo caso doc) è Giovanni Legnini, sottosegretario a palazzo Chigi con delega all'Editoria, che alle primarie del Pd dell'8 dicembre scorso si schierò apertamente con Gianni Cuperlo. Anche lui potrebbe avere la valigia pronta, secondo qualcuno, per una ipotetica staffetta con la senatrice Stefania Pezzopane. Ma non c'è nulla di scontato, perché nella squadra dei ministri di Matteo Renzi pare ci sia lo stesso Cuperlo, che potrebbe fare da scudo all'esponente Pd di Roccamontepiano, mettendolo al riparo da brutte sorprese.
Altra variabile: con Renzi alla guida del governo la legislatura potrebbe non avere più il fiato corto e andare avanti fino al 2018. Così, chi aveva pensato di saltare il giro delle regionali per puntare a breve ad una candidatura in Parlamento, è già lì a mordersi le mani. Un nome su tutti: il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio. Poi c'è Luciano D'Alfonso, che proprio questa mattina ufficializzerà la sua candidatura alla presidenza della Regione nella sala Tosti dell'Aurum di Pescara. Anche lui molto legato ad Enrico Letta, ma oggi renziano convinto per dichiarazione di voto.
La sintesi della convulsa giornata romana è nelle parole di Stefania Pezzopane, che ieri ha partecipato alla direzionale nazionale del Pd tra grandi palpitazioni: «Renzi è stato coraggioso e convincente. Usciamo dal pantano. Il nostro partito ci mette la faccia e prova a fare un governo politico con il vincitore delle primarie, non con persone scelte attraverso percorsi indefiniti».

Massimo 12 ministri. Giustizia, ipotesi Vietti. Tesoro, avanza Reichlin
Al lavoro sulla squadra del futuro governo. Tra i nomi nuovi
Guerra (Luxottica). Padoan potrebbe andare all’Istruzione

ROMA Matteo Renzi ha fretta. Soprattutto per far dimenticare a quanti lo criticano, anche nella base del Pd, l’idea che la sua sia stata una congiura di palazzo. «Niente di più sbagliato- assicurano i fedelissimi- Renzi è in pista per imprimere un’accelerazione eccezionale all’azione dell’Esecutivo». Per questo, già si lavora alla compilazione della lista dei ministri da presentare al più presto al Quirinale. Squadra sobria, «al massimo dodici ministri», ha promesso il leader democratico.
Ma alcuni cambi nei ministeri di peso gli creano non pochi problemi. Il problema dei problemi è la sostituzione di Fabrizio Saccomanni al ministero dell’Economia che il presidente della Repubblica, durante la cena con Renzi, ha però sconsigliato. Si racconta che Renzi abbia offerto il dicastero a Letta. Che ha rifiutato. Attualmente, in pole position c’è l’economista Lucrezia Reichlin, già candidata alla Banca d’Inghilterra come vice governatore. Ieri sera era data vincente su Lorenzo Bini Smaghi, già nel board della Banca centrale europea, ora presidente di palazzo Strozzi a Firenze, quindi molto vicino a Renzi, ma sponsorizzato innanzitutto da Alfano.Reichlin verrebbe preferita anche al presidente dell’Istat e numero due dell’Ocse, Piercarlo Padoan, che però potrebbe occupare la casella dell’Istruzione, alla quale aspirerebbe anche il centrista Mario Mauro. E, si dice, anche il ciellino Maurizio Lupi, sempre che non resti alle infrastrutture, il solo del Ncd ad essere confermato nel nuovo Esecutivo, insieme ad Angelino Alfano, che resterebbe vicepremier e dovrebbe invece cedere il ministero dell’Interno.
GIRANDOLA
Il nome più forte di area renziana è Andrea Guerra, mitico amministratore delegato di Luxottica, al fianco del leader pd fin dalla prima Leopolda. Per lui si parla del ministero dello Sviluppo, mentre a Fabrizio Barca, che con Monti era al ministero della coesione territoriale, potrebbe toccare il Lavoro, sempre che non venga assegnato a Guglielmo Epifani. Al Viminale, lasciato libero da Alfano, dovrebbe insediarsi l’attuale ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio. Ma si parla anche di Dario Franceschini, che dovrebbe cedere i Rapporti con il Parlamento all’attivissimo Roberto Giachetti..
Va detto che i nomi che circolano in queste ore sono tutti di area pd, ma, ovviamente, sarà necessario un riequilibrio con le forze che sosterranno il governo Renzi. Scelta civica, per esempio, investe su Andrea Romano. I Popolari su Mario Mauro. L’Udc potrebbe puntare su Michele Vietti per sostituire la Cancellieri alla Giustizia. Per la Cultura, tramontata la candidatura di Baricco, si parla di Maria Elena Boschi, in pista anche per il ministero delle Riforme, al posto di Gaetano Quagliariello, pronto a diventare segretario del Ncd. Agli Esteri dovrebbe essere confermata Emma Bonino.Infine, il fedelissimo Dario Nardella potrebbe diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio, sempre che non decida di correre per sostituire Renzi alla guida di Firenze.In quel caso, a palazzo Chigi potrebbe andare l’attuale portavoce, Lorenzo Guerini.

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